La nuova cover story di Variety è tutta dedicata a David Fincher e al suo Mank, la pellicola con Gary Oldman che arriverà in streaming su Netflix a partire dal prossimo 4 dicembre. Il film racconterà di come Herman Jacob Mankiewicz abbia ideato la sceneggiatura di Quarto Potere di Orson Welles basandosi tanto su alcuni accadimenti della sua vita quanto sull’amicizia con il magnate William Randolph Hearst (interpretato da Charles Dance). Un progetto, quello di Mank, che David Fincher insegue da quasi trent’anni e che, alla fine, è riuscito a portare a termine grazie a Neflix (e alla sceneggiatura scritta da sto padre Jack Fincher, morto nel 2003).

Dalle pagine del magazine il filmmaker spiega:

Quella di Mank è una voce che ha effettivamente tracciato una strada. La mia speranza è che le persone si divertano a guardare questa storia incentrata su una persona di spirito che è stata in qualche modo dimenticata senza avere quello che gli spettava.

Mank, inizialmente, doveva essere prodotto dalla Polygram negli anni novanta e arrivare nelle sale dopo The Game con un Kevin Spacey pre-scandali sessuali nella parte di Mankiewicz e Jodie Foster nei panni di Marion Davies. Tuttavia lo studio non era intenzionato a produrre un film in bianco e nero che citava direttamente la fotografia espressionista di Gregg Toland [regista e direttore della fotografia a cui si deve, sostanzialmente, l’introduzione della profondità di campo al cinema, ndr.]

La Polygram ebbe dei ripensamenti per le solite stupidate che hanno a che fare con gli output deal [gli accordi fra una rete broadcast e un fornitore di contenuti, ndr.] nell’America Centrale. Avremmo dovuto girare il film a colori, poi correggerlo e farne una versione in bianco e nero. Andò tutto all’aria.

Poi, una ventina di anni dopo, Mank è diventato realtà grazie a Netflix e il perché viene spiegato da Scott Stuber, vice presidente dei film originali Netflix:

Non avevamo alcuna ansia. Perché si tratta di David Fincher. Uno dei migliori registi in circolazione e sapevamo bene quanto a lungo aveva lavorato a questo film e quanto fosse personale per lui. Era un progetto che ci eccitava.

David Fincher racconta poi che quando suo padre, ex giornalista del Life Magazine poi diventato sceneggiatore una volta andato in pensione, gli presentò lo script di questa vicenda basata su chi meritasse davvero il merito per la storia di Quarto Potere non rimase particolarmente colpito perché pensava addirittura che alla gente non sarebbe interessato. La situazione cambiò con le stesure successive, più incentrate sulla storia di Mankiewicz, sul suo rapporto tanto con lo studio system durante la golden age di Hollywood quanto con il già citato William Randolph Hearst. E a tutto quello che, fondamentalmente, porto al concepimento della storia alla base di un capolavoro immortale del cinema.

Nei prossimi giorni, vi proporremo le nostre interviste con alcuni membri del cast di Mank realizzate durante il junket virtuale della pellicola di David Fincher prodotta da Netflix

Mank è il biopic di Herman Mankiewicz, giornalista divenuto sceneggiatore noto per aver collaborato con Orson Welles in Quarto Potere ma anche per aver lavorato a film come Il Mago di OzL’idolo delle folle e Gli uomini preferiscono le bionde. Gary Oldman vestirà i panni di Herman Mankiewicz, Lily Collins sarà la segretaria Rita Alexander, Amanda Seyfried vestirà i panni dell’attrice Marion Davies mentre Tuppence Middleton sarà Sara Mankiewicz, moglie del protagonista.

Fincher sviluppò per la prima volta la storia del film nel 1997, su una sceneggiatura di suo padre Jack Fincher, a sua volta giornalista (e morto nel 2003). Alla produzione vi saranno Cean Chaffin e Doug Urbanski.

È dal 2014 (Gone Girl) che Fincher non dirige una pellicola. Nel frattempo però ha lavorato a serie come Mindhunter Love, Death & Robots, entrambe per Netflix.

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