Denis Villeneuve è stato intervistato dal The Times of London durante le attività promozionali di Dune 2 e con la testata ha potuto spiegare come, secondo lui, la TV stia avendo un impatto negativo sui film e come il sistema Hollywood sia ormai schiavo delle date di uscita delle pellicole che vengono stabilite a priori andando quindi a impattare sulla realizzazione dei vari progetti e la loro qualità finale.

Odio i dialoghi

Parlando con il The Times of London, Denis Villeneuve ha parlato di come, a suo modo di vedere, le produzioni televisive stiano avendo un impatto tutt’altro che positivo sui film:

Francamente, odio i dialoghi. Il dialogo è qualcosa che va bene per il teatro e la televisione. Non ricordo i film perché hanno delle belle battute, ricordo i film per le immagini forti. Il dialogo non mi interessa affatto. Immagine e suono puri, questo è il potere del cinema, ma è qualcosa di non così ovvio quando si guardano i film oggi. I film sono stati corrotti dalla televisione.

La testata gli domanda poi se si tratti di un processo che ha a che fare con “l’età dell’oro della TV e la convinzione dei dirigenti sul cercare di copiare quel genere di successo”. Un’osservazione che Villeneuve accoglie con un “esattamente” per poi aggiungere:

In un mondo ideale potrei fare un film avvincente che non avrebbe nulla di sperimentale pur senza avere nemmeno una singola parola. Le persone uscirebbero dal cinema e direbbero: “Aspetta, non c’era nessun dialogo in questo film?” senza avvertirne la mancanza.

Hollywood schiava delle date di uscita

Come noto, le major hollywoodiane sono solite stabilire le date di uscita dei loro film più importanti con molto anticipo. Spesso e volentieri vengono annunciate urbi et orbi anche prima dell’inizio effettivo delle riprese di una data pellicola o addirittura prima che questo o quel film abbia un regista o un cast delineato al 100%.

Un modo di fare che Denis Villeneuve non condivide, ragion per cui, spiega, non ha alcuna fretta di far uscire Dune 3.

C’è assolutamente e da parte di tutti il desiderio di fare un terzo Dune, ma non voglio fare le cose di fretta. Il pericolo a Hollywood è che le persone si entusiasmano e pensano solo alle date di uscita, non alla qualità dei film che vengono fatti.

Il filmmaker riflette anche sulla durata dei film (messi insieme, i suoi due Dune arrivano a 322 minuti di durata) sostenendo di fidarsi del pubblico e della sua capacità di mantenere tutta l’attenzione del caso quando si ritrova a vedere pellicole così “ricche”:

Mi fido del pubblico. Questa storia è troppo densa. Non avrei mai condensato Dune in un unico film. Dividerlo era l’unico modo per avere successo. Inoltre, pensate a Oppenheimer. È un film di tre ore, vietato ai minori di 17 anni, che parla di fisica nucleare che consiste principalmente in dialoghi. Ma gran parte del suo pubblico era composto da giovani, è stato di gran lunga il film dell’anno anche per i miei figli. C’è una tendenza. I giovani amano guardare film lunghi perché se pagano, vogliono vedere qualcosa di sostanziale. Desiderano contenuti significativi.

Trovate tutte le informazioni su Dune: Parte Due, in uscita il 28 febbraio, nella scheda del film.

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FONTE: Times of London

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