Qualche giorno fa Emma Stone ha firmato il contratto per tornare nel sequel di Crudelia, mettendo fine a una lunga trattativa che, nelle ultime settimane, è diventata di forte attualità nel momento in cui un’altro talent della Disney, Scarlett Johansson, ha fatto causa alla major accusandola di aver violato il proprio contratto facendo uscire Black Widow in contemporanea al cinema e in streaming – e limitando quindi la possibilità della star di ottenere i bonus sugli incassi cinematografici inizialmente previsti.

Visto che nelle ultime settimane girava voce che la Stone fosse pronta ad affiancare la Johansson nella causa contro la major, in molti hanno indicato la firma del contratto come una grande vittoria della Disney. I casi delle due attrici sembrano molto diversi, ma in realtà sono intrecciati: entrambe sono protagoniste di due blockbuster Disney che in un contesto normale avrebbero incassato moltissimo e che invece sono usciti al cinema e su Disney+ con Accesso VIP (quindi previo pagamento di circa 30 dollari). Scarlett Johansson, concluso il suo viaggio con i Marvel Studios, ha scelto di fare causa, Emma Stone ha deciso invece di trattare avendo dalla sua il desiderio della Disney di coinvolgerla nel sequel di Crudelia… e probabilmente approfittando delle voci su un suo possibile affiancamento alla causa della collega.

IL CONTRATTO DI EMMA STONE: CHI VINCE?

Il giornalista Matthew Belloni svela diversi retroscena della vicenda che lasciano intendere come, in realtà, la firma di questo accordo potrebbe rappresentare una vittoria per i talent.

La premessa da fare riguarda il tipo di contratti che major come la Disney siglano con i talent più quotati: questi accordi prevedono un pagamento fisso anticipato e dei bonus legati al successo al botteghino. Con la pandemia, i risultati al botteghino sono cambiati drasticamente: alcuni film non sono proprio usciti al cinema, altri sono usciti ma con formule ibride, che secondo i talent (e le loro agenzie, che ottengono percentuali anche sui bonus) rischiano di penalizzare gli incassi al botteghino. La richiesta di Scarlett Johansson è la stessa che stanno facendo altri talent dietro le quinte, e cioè che i bonus vengano calcolati anche in base al successo dei film in streaming, soprattutto quando questo è quantificabile perché legato a una transazione come l’Accesso VIP. La Johansson ha fatto causa per ottenere un riconoscimento su un film già uscito, e che a suo avviso è stato penalizzato dal lancio in contemporanea in streaming. Emma Stone, invece, non ha fatto alcuna causa perché aveva tutto l’interesse di guardare al futuro, ottenendo un contratto che prevedesse queste percentuali anche nel caso di un’uscita ibrida.

crudelia recensione scarlett johansson

Secondo quanto racconta Belloni, è certo che la Stone abbia ottenuto ciò che voleva, come si può dedurre dall’inusuale commento del suo agente Patrick Whitesell:

Sebbene il panorama dei media sia stato sconvolto in maniera significativa per tutti i distributori, i loro partner creativi non possono essere messi da parte e costretti a sopportare il peso insostenibile delle conseguenze negative senza il potenziale di un aumento. Questo accordo dimostra che ci può essere una strada equa che protegga gli artisti e allinei gli interessi degli studios con quelli dei talent. Siamo fieri di lavorare assieme a Emma e alla Disney, e apprezziamo il desiderio dello studio di riconoscere i suoi contributi come partner creativo. Speriamo che questo accordo apra la porta ad altri membri della comunità creativa desiderosi di partecipare al successo delle nuove piattaforme.

L’attrice sarebbe riuscita a forzare la Disney a riconoscere per la prima volta che avrebbe dovuto trattare con lei un forfait sui bonus che avrebbe ottenuto se Crudelia fosse uscito solo al cinema, prima della pandemia, sulla scia di quello che silenziosamente la Warner Bros. ha fatto con talent dei film del 2021 che ha deciso unilateralmente di distribuire al cinema e in streaming inclusi nell’abbonamento a HBO Max. Il contratto firmato dalla Stone prevederebbe quindi un bonus a otto cifre per Crudelia, a prescindere dal via libera al sequel. Se il sequel otterrà il via libera, la Stone guadagnerà un altro compenso a otto cifre. Non solo: la Disney avrebbe accettato di riconoscerle una percentuale su ciascuna transazione digitale in caso di un lancio ibrido.

Per la Disney, l’annuncio dell’avvenuto accordo è una ventata di pubblicità positiva dopo settimane di cosiddetta “bad press“, ma secondo quanto riporta Belloni, la major non ha assolutamente intenzione di utilizzare questa soluzione come prassi futura. La major preferisce di gran lunga adottare un modello simile a quello televisivo, che non è basato su percentuali, rende più prevedibili le compensazioni e soprattutto evita enormi spese in caso di grandi successi. Tuttavia è difficile che questa vicenda non faccia da modello nelle trattative con i talent, e l’agenzia della Stone lo sa bene, per questo ha rilasciato il commento sopracitato.

Come tutto questo andrà a beneficiare Scarlett Johansson, solo i legali delle rispettive parti lo sanno: quello che sembra certo, comunque, è che la causa della star che da poco ha annunciato di essere incinta (e che farà parte del cast del nuovo film di Wes Anderson, che curiosamente solitamente fa accordi di distribuzione con Searchlight Pictures, una divisione della Disney) quasi certamente non verrà risolta in tribunale come sbandierato finora, ma con un accordo extragiudiziale nel giro di qualche mese…

 

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