Eva Green ha vinto la sua battaglia contro la casa di produzione White Lantern e SMC Speciality Finance, dopo che a gennaio le parti si erano fatte causa a vicenda: Green per i compensi mai ricevuti per il film A Patriot, mai entrato in produzione, e White Lantern per violazione contrattuale.

A Patriot, stando alla difesa di Green, sarebbe stato sospeso dopo una serie di fallimenti, dai mancati finanziamenti all’assenza di attori chiave come Helen Hunt e Charles Dance (interessati al progetto ma senza aver siglato contratti). L’attrice pretendeva di ricevere un milione di dollari dopo aver firmato per partecipare al progetto “a scatola chiusa”, ed era stata accusata di avidità. Il giudice ha invece stabilito che il milione di dollari le è dovuto, e ha rigettato le contro-accuse della casa di produzione.

In un comunicato diffuso dopo la pronuncia della sentenza, Eva Green ha accusato anche la stampa di aver riportato in maniera erronea le notizie sul caso, affermando di essere stata “costretta a combattere contro un piccolo gruppo di uomini” che l’avevano individuata come capro espiatorio.

“Ho vinto la mia causa contro i finanziatori del film proposto – e tutte le accuse che hanno fatto nei miei confronti sono state rigettate dal giudice” si legge nel comunicato. “La mia reputazione professionale è stata ristabilita. Il giudice ha trovato che non ho mai violato i miei obblighi contrattuali, il giudizio è chiaro. […] In quest’azione legale sono stata costretta a combattere contro un piccolo gruppo di uomini, sostenuti da importanti risorse finanziarie, che hanno cercato di usarmi come capro espiatorio per coprire i loro errori. Sono fiera di essermi battuta contro le loro tattiche da bulletti. Hanno fatto dichiarazioni false su di me nei documenti della corte, dichiarazioni poi definite incorrette dal giudice. Alcuni membri della stampa si sono sentiti deliziati all’idea di riproporre queste bugie sui giornali senza neanche fare un reportage corretto. Ci sono poche cose che i media gradiscono fare di più del fare a pezzi una donna. Mi sono sentita braccata, travisata, citata fuori contesto, e il mio desiderio di fare il miglior film possibile è stato reso come fosse isteria femminile. È stato crudele e falso.

Fonte: Deadline

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