Dopo aver dominato il box office mondiale piazzandosi al terzo posto tra i film di maggiore incasso della storia della settima arte, Jurassic World si appresta ora a invadere il mercato Home Video con un’edizione Blu-ray + Blu-ray 3D promettente dal punto di vista qualitativo di audio/video ma che gli appassionati aspettano al varco soprattutto per sviscerare i contenuti extra.

Avendo analizzato in anteprima il supporto Blu-ray (2d) targato Universal Pictures, possiamo rassicurarvi che le featurette rilasciate online a giugno per l’uscita cinematografica non hanno trattato tutti gli aspetti della pellicola. C’è ancora molto legato alla pre-produzione e alla produzione da svelare.

A questo proposito lo speciale di 8 min Jurassic World: visto da Colin e Chris propone un’intervista scanzonata. Trevorrow schermisce Pratt per non aver mai pronunciato correttamente il cognome del regista del Vermont, così come l’addestratore di Raptor ricorda i momenti della trilogia che più lo hanno segnato. Quel bicchiere d’acqua che trema nella Ford Explorer, una vera e propria degustazione che anticipava la mole del Tirannosauro -ricorda Pratt- era presente nel trailer del 1993. Una scena iconica che ha contribuito a rendere Jurassic Park l’evento cinematografico estivo per eccellenza e che di fatto si è rivelato il primo Movie Event della vita dell’attore. Colin Trevorrow dal canto suo ricorda di aver disubbidito ai genitori quel mese di giugno quando un amico lo invitò ad una proiezione riservata agli addetti ai lavori. Una “libera uscita” dalla punizione che gli vietava la TV proprio quando le vacanze estive erano imminenti.

Pratt quando è chiamato in causa Steven Spielberg non può nascondere il video profetico che gira in rete, quando il giovane e più paffuto attore fingeva di chattare, con una certa noia, col padre di E.T. che disperatamente voleva ingaggiarlo per Jurassic Park 4.

 

 

Poco male visto che Pratt è comunque salito a bordo della saga preistorica. E nel migliore dei modi. Quando ancora in fase di script Trevorrow gli rivelò che avrebbe “domato” un branco di Velociraptor, Pratt gli confermò il suo interesse. La release di Guardiani della Galassia era ancora lontana e l’interprete della Virginia non era ancora una movie star: è il caso di dire che Disney ha lanciato Pratt nella lista dei nomi di prim’ordine. Quella élite che gli attori prediligono perché i cachet sono più alti e perché le sceneggiature sottoposte sono più ambite. Confermato il successo al botteghino dei Guardiani, è chiaro che Trevorrow e Spielberg si erano rassicurati. L’ingaggio di Pratt era stata una scelta saggia. Rischiosa ma azzeccata.

Durante lo speciale Trevorrow colloca le influenze sul suo apprendimento nel genio di Spielberg e della Amblin Entertainment al punto che, nella dichiarazione più interessante della featurette, rivela di aver immaginato il Jurassic World con gli occhi di un bambino. La riapertura del parco, la resurrezione del sogno fallito di John Hammond e lo stupore dei ragazzini dinanzi al gigante Mosasauro sono il risultato di uno sforzo immaginativo singolare: eliminare la parte più razionale della paura, tornare in un qualche modo al terrore primordiale, quello non ragionato della fanciullezza; su questa via Trevorrow ha imbrigliato le sensazioni di meraviglia e stupore che nel ’93 provò nel vedere i dinosauri tornare in vita. Su quella scia ha desiderato che il parco sembrasse reale, una meta moderna plausibile “che si vedesse e si toccasse” ( notare come il sito web abbia sfruttato l’aspetto virale del parco attrazioni). Con lo stesso sguardo incantato ha scritturato i dialoghi di Claire e Owen, litigiosi e infantili durante la scampagnata nel parco. Anche i battibecchi sono filtrati da un occhio più giovane.

Non lo nasconde Trevorrow: lo spunto arriva dalla scuola spielberghiana. Quando Pratt gli domanda quale sia la sua scena preferita della trilogia il filmaker descrive la caduta di Sarah Harding (Julianne Moore) dal precipizio in Il Mondo Perduto: Jurassic Park. La metodica che si cela dietro l’acuta suspense consiste nell’aver stupito lo spettatore con un evento inatteso e brutale, quale l’attacco congiunto dei Tirannosauri al camper. Alla fatalità della sospensione nel vuoto, Spielberg ha aggiunto la caduta di Sarah sulla vetrata scricchiolante. La mano femminile che percorre la superficie vitrea prevede una futura frantumazione. Trevorrow loda il passaggio. Il suo preferito della trilogia da quanto dichiara, un segmento ingegnoso per come somma più livelli di tensione con naturalezza.

 

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Una costruzione simile era già stata adoperata in Jurassic Park quando Tim corre verso la cella frigo con un Velociraptor alle calcagna. L’inquadratura è a raso terra. Vediamo il ragazzino correre in lontananza tra le zampe artigliate del carnivoro. Stacco sull’animale che sbatte tra gli alimentari. Di nuovo inquadratura a raso terra: dettaglio degli scarponcini di Tim che scivolano sulla superficie ghiacciata. Ancora una volta si sommano svariati strati di tensione.

 

 

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