David Fincher è attualmente impegnato nella promozione stampa del suo nuovo film, The Killer, in arrivo a metà novembre in streaming su Netflix, e, nel corso di un’intervista con il Guardian, ha toccato un tema molto spinoso, ovvero il fatto che il suo cult Fight Club sia diventato, nel tempo, una pellicola particolarmente amata dall’estrema destra.

In Fight Club, adattamento datato 1999 dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk:

Un uomo di trent’anni da tempo è insofferente sul lavoro e la notte non riesce più a dormire. In cerca di qualche luogo dove scaricare la propria ansia, l’uomo si mette a frequentare quei corsi dove gruppi di malati gravi di vario tipi si riuniscono e confessano agli altri le rispettive situazioni. Mentre si lascia andare alla commozione e al pianto di fronte a quello che vede, l’uomo fa la conoscenza prima di Marla Singer poi di Tyler Durden. Lei è una ragazza a sua volta alla deriva, incapace di scelte o decisioni lui è un tipo deciso e vigoroso con un’idea precisa in testa. Tyler fa saltare per aria l’appartamento dell’uomo e i due vanno a vivere insieme in una casa fatiscente. L’uomo continua ad andare al lavoro, ma ben presto deve rinunciare. Deciso a coinvolgerlo nel suo progetto, Tyler lo fa entrare in un ‘fight club’, uno stanzone sotterraneo dove alcuni si riuniscono per picchiarsi e in questo modo sentirsi di nuovo vivi. Incapace di sganciarsi, l’uomo partecipa a questo gioco al massacro, che ha un ulteriore sviluppo: per Tyler infatti il passo successivo è quello di far cadere i palazzi, centri vitali dell’economia mondiale. Ad un certo punto l’uomo pensa di potersi opporre a questo disegno. Sembra riuscirci, quando con l’aiuto di Marla si oppone a Tyler. Fuori la città esplode.

Interpellato dal quotidiano inglese su come Fight Club e i suoi personaggi siano diventati dei simboli per l’estrema destra spiega:

Non sono responsabile di come le persone interpretano le cose. Il linguaggio evolve. Anche i simboli evolvono. Va bene, è uno dei molti punti di riferimento nella loro lessicografia. Non l’abbiamo creato per questa gente, ma le persone vedono ciò che vogliono vedere in un dipinto di Norman Rockwell o in Guernica di Picasso. Certo è che mi risulta impossibile immaginare che le persone non capiscano che Tyler Durden ha una cattiva influenza. In quanto alle persone che non riescono a capirlo, non so davvero cosa fare e non so come aiutarle.

A GQ ha invece rivelato di non aver mai rivisto la pellicola negli ultimi 20 anni e di non aver alcuna intenzione di rivederla:

Non lo riguardo da 20 anni. E non ho alcuna intenzione di farlo. Sì, ho una certa avversione nel rivedere i miei vecchi film. È come guardare le foto della scuola elementare, o qualcosa del genere.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

FONTE: The Guardian, GQ

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