Golda, il film di Guy Nattav basato sulla premier israeliana Golda Meir, non sarà un film di guerra. Ciò che Nattav vuole mettere in scena infatti è la politica di Meir durante i tragici eventi del 1973 dello Yom Kippur per comprendere meglio le sue decisioni e la colpa che si è presa a causa delle scelte sbagliate dei suoi generali.

In un’intervista con The Hollywood Reporter, il regista racconta di aver deciso di non mostrare i conflitti, ma di aver inserito però gli audio originali del campo di battaglia.

Ho pensato al modo in cui Golda ha vissuto la guerra, che è stato solo tramite i suoni perché non poteva andare al fronte. Quindi ho pensato: perché non portiamo la guerra nella war room invece di spendere tutti i nostri soldi per girare le scene di guerra? Sono andato da Amnon (Reshef), che è stato un comandate del Battaglione nel sud. Possedeva tutte queste registrazioni. Gli ho mostrato il film e poi gli ho chiesto se poteva darci le registrazioni. Sono rimasto sconvolto dal numero di registrazioni dal 1973. Mi ha fatto piangere e le ho messe nel film. Quello che sentite, una gran parte di esso, è il suono reale del fronte.

Nattav è convinto della sua decisione di utilizzare gli audio originali. Spiega:

Ho pensato avrebbe aggiunto autenticità. Ho chiesto ai veterani cosa ne pensassero e hanno detto che è un omaggio alla persone che hanno realmente perso la vita in guerra. E quando abbiamo mostrato il film di fronte a 6000 persone a Gerusalemme, davanti anche a veterani di guerra, questi erano in lacrime e abbiamo pensato fosse un bellissimo omaggio.

Nell’intervista si ritorna sulla polemica della scelta di Helen Mirren per interpretare Meir di cui vi abbiamo già accennato qui. Il regista resta fermo e convinto che Mirren sia perfetta.

Quando sono entrato a far parte del progetto, Helen era già stata scelta come Golda. Gideon Meir, il nipote di Golda, disse ai producer: “Guardo Helen e vedo mia nonna. Lei è la persona che voglio interpreti mia nonna.” Quando sono salito a bordo mi hanno detto: hai il lavoro, perché non ti incontri con Helen? È venuta a casa mia nel mezzo della pandemia e ci siamo seduti e abbiamo parlato per tre ore. (…) Ho sentito che stavo parlando con mia mamma. Ho sentito che è una persona della mia razza. Ho sentito che era qualcuno che capiva cosa significhi essere ebreo.

Conclude Nattav parlando del presente e delle proteste in Israele contro il Primo Ministro e ciò che sta cercando di fare con la riforma della giustizia.

Spero che l’alta corte rigetti ciò che Benjamin Netanyau sta cercando di fare e spero che il suo governo obbedisca alla decisione dell’alta corte. Golda credeva nell’alta corte, credeva nel sistema.

Golda, presentato in anteprima al Festival di Berlino, è ora nei cinema statunitensi.

FONTE: The Hollywood Reporter

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