Indiana Jones e il quadrante del destino, ora al cinema, conclude l’avventura di Harrison Ford nei panni del famoso archeologo. Nel finale del film troviamo i due protagonisti Indiana e Helena nella Siracusa del 213 a.C.

Infatti, grazie all’antico strumento inventato da Archimede, l’antikythera, un varco temporale si è aperto nel cielo e i nostri eroi sono tornati indietro nel tempo. Qui Indiana, ferito gravemente, decide di restare a vivere nel passato e non tornare nel 1969, ma Helena non ci sta: lo colpisce con un pugno e lo trascina indietro nel futuro.

In una recente intervista con The Hollywood Reporter, Mangold ha commentato la decisione di Helena:

Gli vuole bene e ha bisogno di un padre. Ha bisogno di lui. Se il film ha qualcosa da dire è al livello più semplice possibile. Hai un padre che ha perso un figlio e una figlia che ha perso un padre, ed entrambi si sono perduti nel mondo. Helena manifesta la perdita con il cinismo, e Indy con un malessere e il sentirsi obsoleto. Quindi per me entrambi hanno un disperato bisogno l’uno dell’altra anche se passano tutto il film a combattersi l’uno con l’altra.

Continua:

Hanno anche un disperato bisogno della reciproca influenza, e non ho mai visto Helena come senza cuore. L’ho sempre vista ferita dal fatto che Indy a un certo punto è scomparso dalla sua vita quando lei avrebbe avuto bisogno di qualcuno come lui. Gli dice: “Padrino, cosa significa comunque?” Ma lei è la definizione vivente di qualcuno che ha bisogno di un padrino. Suo padre è morto quando era giovane e il padrino non si è mai mostrato.

Tutte le informazioni su Indiana Jones e il quadrante del destino sono disponibili nella nostra scheda.

FONTE: Screen Rant

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