Qualche giorno fa è arrivata l’ufficialità dell’acquisto della MGM da parte di Amazon, una transazione che, per otto miliardi e mezzo di dollari, ha portato nelle mani del colosso di Seattle le tante property dell’ex major, tra le quali James Bond, franchise dove, in ogni caso, la EON Productions della famiglia Broccoli continuerà a esercitare un enorme controllo. La famiglia Broccoli ha l’ultima parola nella strategia creativa, di promozione e distribuzione dei film di James Bond detenendo il 50% del marchio.

Tutto ciò premesso, c’è comunque chi ha voluto esprimere una certa dose di preoccupazione in un editoriale pubblicato qualche giorno fa sul New York Times, ovvero John Logan, sceneggiatore di Skyfall e SPECTRE, gli ultimi due film di James Bond arrivati al cinema.

John Logan è convinto che, malgrado sulla carta il controllo artistico della saga sia ancora nelle mani della EON, Amazon potrebbe comunque cambiare idea in itinere perché il “pretendete sempre di più” è tipico di compagnie come quella fondata da Jeff Bezos nel momento in cui “fanno la spesa grossa” nel caso dell’acquisto della MGM (o della Disney con Star Wars).

So che quello di James Bond non è il solito franchise, non è Marvel, non è DC. È un business a “conduzione familiare” che è stato nutrito e allevato con attenzione nel corso dei decenni dalla famiglia Broccoli/Wilson. La ragione per cui, a distanza di più di 50 anni, guardiamo ancora i film di James Bond si deve proprio alla grandissima cura e attenzione con cui la famiglia ha condotto il suo straordinario lavoro di protezione del personaggio attraverso le traversie dell’industria e i cangianti gusti del pubblico. Le corporazioni vanno e vengono, ma James Bond resiste. E resiste proprio perché  è tutelato da persone che lo amano.

Prosegue poi spiegando che nel momento in cui un franchise diventa una questione corporativa e di analisi dei dati e delle metriche per compiacere il pubblico:

Un film diventa l’ombra inoffensiva di qualcosa, non qualcosa. Non ci sono più spigolosità narrative, vette di follia cinematografica. Il fuoco e la passione sono gradualmente succhiati via perché le idee e le voci originali sono sussunte da preoccupazioni commerciali, analisi corporative e dati dei sondaggi. Ma Bond non è un contenuto, non è una semplice merce. È parte delle nostre vite da decenni.

Il prossimo film di James Bond, No time to die, sarà nei cinema italiani a partire dal 30 settembre.

Questa la sinossi ufficiale:

Bond ha abbandonato gli impegni in prima linea e si gode una tranquilla vita in Giamaica. La sua pace ha vita breve dopo che il vecchio amico Felix Leiter della CIA si palesa con una richiesta d’aiuto. La missione ha l’obiettivo di recuperare uno scienziato rapito e si rivela molto più complessa di quanto atteso: Bond sarà messo alla prova da un misterioso nemico dotato di una nuova arma tecnologica.

Scritto da Neal Purvis e Robert Wade, Scott Z. Burns e Phoebe Waller-Bridge, oltre che da Cary Fukunaga che è anche regista, il film vede nel cast Daniel Craig, Lea Seydoux, Naomie Harris, Ben Whishaw, Rory Kinnear e Ralph Fiennes. Tra i nuovi ingressi del nuovo 007 troviamo Lashana Lynch, David Dencik, Ana De Armas, Billy Magnussen, Dali Benssalah e Rami Malek.

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