Giovedì sera 22 giugno la società OceanGate ha confermato che tutte e cinque le persone a bordo del sommergibile turistico Titan sono morte a causa dell’implosione dell’imbarcazione. Dopo giorni di ricerche, la guardia costiera americana ha trovato i detriti a poche centinaia di metri dal relitto del Titanic, che il sommergibile avrebbe dovuto esplorare.

In un’intervista trasmessa da ABC News, James Cameron ha commentato la tragedia come membro attivo della comunità di subacquei (ha compiuto lui stesso 33 immersioni nel Titanic). Cameron, in particolare, ha sottolineato come l’intera comunità fosse preoccupata dalle imprese di quest’azienda che proponeva immersioni turistiche:

Eravamo molto preoccupati per questo sommergibile. Numerosi membri della comunità di ingegneri delle immersioni in profondità avevano anche scritto delle lettere a quest’azienda, dicendo che ciò che stavano facendo, trasportare dei passeggeri, era troppo sperimentale e andava certificato in termini di sicurezza.

Sono sconvolto dalla somiglianza con il disastro stesso del Titanic, in cui il capitano venne avvertito ripetutamente riguardo il ghiaccio davanti alla nave, eppure lui accelerò alla massima velocità finendo contro un iceberg in una notte senza lunga. Molte persone morirono a causa di ciò. Per noi, è una tragedia molto simile, nella quale gli avvertimenti sono rimasti inascoltati. E il fatto che sia accaduta in quello stesso posto, tra tutti i posti in giro per il mondo dove avvengono immersioni simili, è semplicemente incredibile. È davvero molto surreale.

Cameron afferma di aver calcolato di essere stato sul Titanic, nelle sue immersioni, per più tempo del capitano stesso della nave. E poco prima, nell’intervista, ha spiegato:

In quanto designer di sommergibili, ho progettato e costruito mezzi per andare nel posto più profondo dell’oceano, tre volte più in profondità del relitto del Titanic. Quindi sono a conoscenza delle problematiche ingegneristiche associate alla costruzione di questo tipo di veicoli, e di tutti i protocolli di sicurezza che bisogna affrontare. E penso che sia fondamentale comprendere il messaggio che i nostri sforzi vogliono dare, e cioè che l’immersione in profondità è un’arte ormai matura. Negli anni sessanta ci furono un po’ di incidenti, nessuno morì, e siamo arrivati fino ad adesso. È passato più tempo di quanto ne passò tra Kitty Hawk e il primo 747.

La tecnologia ha fatto passi da giganti da allora, i sommergibili che vengono utilizzati ottengono certificati di sicurezza – tutti tranne quel veicolo. […] A livello di sicurezza siamo a livelli altissimi: non avvengono incidenti o problemi di sorta. […] Tutti noi temiamo l’implosione, e per questo motivo vengono svolte ricerche sulla pressione già nella fase di progettazione. Come ingegneri utilizziamo tutti gli strumenti computerizzati a disposizione, gli strumenti di analisi e simulazione, prima ancora di costruirli. Per il nostro veicolo che divenne il Challenger Deep, lavorammo tre anni con il computer, prima ancora di costruirlo. E poi facemmo tantissimi test sulla pressione.

Cameron ha anche ricordato Paul-Henri “PH” Nargelot, esploratore del Titanic che era a bordo del Titan e che conosceva personalmente da 25 anni:

PH, il leggendario pilota francese di sommergibili, era un mio amico. È una comunità molto ristretta, sapete. Conoscevo PH da 25 anni, e sapere che è morto tragicamente in questo modo è quasi impossibile per me da processare.

Nel 2012, Cameron ha pilotato un sommergibile chiamato Deepsea Challenger nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo dell’oceano, dove ha raccolto dei campioni e ha girato un documentario per Nat Geo.

Classifiche consigliate