John McTiernan odia le armi, la mascolinità tossica e le autorità. Queste tre battaglie si trovano nei suoi film più personali. Opere di intrattenimento, come ci tiene a specificare, che non sentono il bisogno di portare con sé chissà che messaggio. Il regista di Predator, Caccia a Ottobre Rosso e Die Hard ha ben in mente cosa vuole che ci sia nei suoi film e cosa deve restare fuori.

Ha spiegato, ad esempio, di essersi impuntato con la produzione di Die Hard affinché quello di Hans Gruber non fosse semplicemente un gruppo armato terroristico come in una precedente versione della sceneggiatura. Non c’è alcun divertimento con i terroristi, dice. Con i rapinatori le cose sono diverse. La gente ama vedere se i rapinatori ce la faranno a fregare i potenti. Così è riuscito a convincere il produttore Joel Silver a dare l’incarico allo sceneggiatore Steven de Souza di riscrivere il villain attenuando la serietà del terrorista e inserendo il divertimento del rapinatore. In questo modo ha inserito l’ironia in Die Hard che gli ha permesso anche di rompere il classico immaginario “macho” dell’epoca. Significativa in tal senso è la scena della limousine, in cui né l’autista né John McClane, l’eroe della classe proletaria, erano mai saliti.

Una delle modifiche più significative operate dal regista è quella dell’arco temporale. La storia doveva inizialmente coprire la durata di tre giorni. Dopo avere visto a teatro Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare John McTiernan ha deciso di ambientare tutto in una sola notte… quella di Natale

I legami tra Die Hard e Shakespeare

I continui rifiuti e i successivi cambiamenti alla sceneggiatura di Die Hard venivano dal fatto che le versioni erano in linea con la visione maschile dell’epoca. Eroi seri, duri, violenti che salvavano la situazione con i muscoli. Non era il film che voleva girare. Forte del successo di Predator ha messo le mani sulla sceneggiatura per convertirla in senso shakespeariano senza che lo studio se ne accorgesse. 

L’ispirazione non è esplicita, ma è servita al regista come linea guida per la struttura narrativa. Ecco la sua spiegazione. 

L’edificio (il grattacelo Nakatomi ndr) è essenzialmente una commedia shakespeariana. Questa è la sua forma architettonica. È la struttura che più si avvicina e molti elementi sono simili a Sogno di una notte di mezza estate. Accade tutto in una notte di festa. C’è un evento pazzesco che sconvolge il mondo. Lì dentro abbiamo fondamentalmente un panorama dell’intera società. 

Tiernan spiega poi che all’interno del grattacielo Nakatomi si può trovare la divisione in classi del teatro elisabettiano. Da una parte i groundlings, cioè gli spettatori più indigenti, che pagavano un penny e assistevano alla rappresentazione nei posti peggiori e in piedi. Ci sono anche le truppe di della contea, insieme a figure che rappresentano, nell’edificio narrativo, duchi, cavalieri e principi.

Tutto si scatena in poco tempo, il normale ordine della società impazzisce e gli scagnozzi iniziano a comportarsi da cavalieri, mentre i nobili si tramutano in criminali. Nel Sogno di una notte di mezza estate e in Die Hard c’è questo ribaltamento che rimescola i ruoli dei personaggi. 

Aggiunge il regista:

Poi di mattina i veri amanti sono riuniti, la società si ricompone e tutto ritorna al suo posto. Tutti sono più felici e stanno meglio proprio per via di quello che è accaduto in quella follia. Questo è stato il mio modello. Non potevo condividerlo con lo studio perché avrebbero pensato che fossi impazzito.

Sulla voglia di fare cinema

Gli ultimi due film del regista sono stati una brutta esperienza per lui, cosa che l’ha demotivato a fare cinema facendogli chiudere la carriera. Rollerball ha causato divergenze di visione con lo studio. Con Basic le cose sarebbero potute andare diversamente se gli avessero concesso di fare quello che sapeva fare meglio: prendere il film, rivedere la sceneggiatura e renderlo personale. Invece in quel caso non è avvenuto il processo che ha permesso a Die Hard di essere rifinito a tal punto da diventare un film di culto. 

La sceneggiatura che aveva ricevuto di Basic era terribile, spiega McTiernan. Anche lo studio ne era consapevole e tentennava nel dare il via libera al film. Il regista aveva chiesto di rivedere la storia ricevendo l’ok. Aveva scritto una nuova sceneggiatura ma, otto giorni prima dell’inizio delle riprese, i produttori decisero di restare sulla vecchia versione. Se avesse detto qualcosa allo studio sarebbe stato denunciato con l’accusa di interferenze commerciali (con grande probabilità di perdere la causa). Quindi, per rispettare il contratto, ha dovuto limitarsi a girare una sceneggiatura che non amava. I tempi in cui poteva inserire Shakespeare in un film action d’intrattenimento erano finiti. Con loro anche la voglia di fare cinema.

Fonte: Toisto

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