Il braccio di ferro tra il sindacato degli sceneggiatori (WGA) e le agenzie che rappresentano i talenti si è finalmente concluso: anche William Morris Endeavor (WME) ha siglato il cosiddetto “franchise agreement”, l’accordo che riforma le regole con cui tali agenzie rappresentano i membri del sindacato limitando il conflitto d’interessi. Nei mesi scorsi la WGA aveva raggiunto accordi con le altre principali agenzie, CAA, UTA e ICM. Le parti hanno inoltre accettato di accantonare le cause antitrust che si erano lanciate contro in questi due anni.

L’obiettivo del sindacato è terminare il crescente conflitto d’interessi che mette in pericolo i propri associati: secondo il nuovo accordo, infatti, le agenzie si impegnano a non diventare proprietarie di quote superiori al 20% di case di produzione (WME dovrà disinvestire entro una certa data dalla Endeavor Content, che ha all’attivo ben 300 produzioni). Inoltre, le agenzie non porteranno più avanti la tecnica del “packaging”, attraverso la quale trattavano direttamente con le grandi major di cinema e televisione interi pacchetti di talenti intascandosi importanti quote di commissione (che venivano poi tagliate dai compensi degli artisti).

Come da tradizione, il potente sindacato aveva mostrato i muscoli in sede di rinnovo di contratto ben due anni fa. Non si è mai arrivati a uno sciopero disastroso come quello del 2007/2008, ma ha ordinato ai propri iscritti di licenziare i propri agenti (parliamo di 7000 sceneggiatori). A maggio del 2019 Verve accettò l’accordo, seguita da Kaplan Stahler, Buchwald (luglio 2019), Gersh e APA (gennaio 2020), Paradigm (marzo 2020), UTA (luglio 2020), ICM (agosto 2020), CAA (dicembre 2020). Ora i numerosi sceneggiatori che nel 2019 erano rappresentati da WME potranno tornare a lavorare con l’agenzia.

Si tratta di un’importante vittoria per il sindacato degli sceneggiatori (corroborata dalle decisioni di vari giudici negli ultimi mesi): per la prima volta da decenni tutte le principali agenzie torneranno a un modello di business basato su commissioni del 10%. Questo traguardo avrà ripercussioni su tutta l’industria, e verosimilmente darà il via ai sindacati dei produttori (PGA), degli attori (SAG-AFTRA) e dei registi (DGA) per cercare di siglare accordi simili con le agenzie.

Fonte: Variety | Deadline

 

 

 

 

 

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