Quando, nel maggio del 2022, i registi Aaron e Adam Nee erano impegnati nella promozione stampa di The lost city, pareva che le riprese del film Masters of the Universe prodotto da Netflix, basato sull’omonima, leggendaria linea di action figure della Mattel nata negli anni ottanta e nota in Italia come He-Man e i dominatori dell’universo, sarebbero dovute partire nel 2023.

Poi il nulla.

A fare chiarezza sullo stato dei lavori di Masters of the Universe è ora Variety che, dopo aver interpellato alcune fonti, scrive che Netflix ha deciso di bloccare lo sviluppo del lungometraggio dopo aver già speso la bellezza di 30 milioni di dollari. Cifra che, secondo altre voci informate sui fatti, sarebbe in realtà addirittura doppia.

Come ci ricorda il magazine, quello del nuovo adattamento cinematografico della IP (nel 1987 era già uscito I dominatori dell’universo, con Dolph Lundgren nei panni di He-Man e Frank Langella in quelli di Skeletor) è un percorso che è stato – e continua a essere – decisamente tortuoso:

I più recenti ostacoli per He-Man complicano ulteriormente il tormentato viaggio della IP verso il grande schermo, un percorso che risale addirittura al 2007. È una strada lunga che ha attraversato due altri studi, Warner Bros. e Sony Pictures, e numerosi sceneggiatori e registi come Jon M. Chu e McG. L’ultimo intoppo su Netflix, secondo cinque persone informate sul progetto, è stato generato da preoccupazioni legate al budget.

Un portavoce della Mattel si è limitato a confermare che Masters of the Universe non è più un progetto in mano a Netflix. Il colosso dello streaming si è invece rifiutato di commentare la vicenda: di certo, si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto sia complicato riuscire a dare vita a blockbuster dai budget multimiliardari in grado di prosperare su una piattaforma streaming senza la spinta della distribuzione theatrical.

La multinazionale del giocattolo, a quanto pare, sarebbe intenzionata a trovare un’altra realtà disposta a portare He-Man and co. sul grande schermo e starebbe attendendo l’esito al box-office di Barbie per poter quindi dimostrare il potenziale cinematografico delle sue proprietà intellettuali.

FONTE: Variety

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