A pochi giorni dall’annuncio della lineup del Festival di Cannes dove potrebbe essere presentato fuori concorso, Megalopolis è stato proiettato ieri per la prima volta davanti a un pubblico di oltre 300 persone composto da invitati (Al Pacino, Nicolas Cage, Spike Jonze, Jon Favreau, Angelica Huston, Darren Aronofsky, Roger Corman, Andy Garcia), executive e capi di studios come Tom Rothman (Sony), Ted Sarandos (Netflix), Pam Abdy (Warner Bros.), David Greenbaum (Disney/Searchlight), Donna Langley (Universal), Mary Parent, altri distributori ed esercenti, nella gigantesca sala IMAX del cinema Universal Citywalk a Universal City, Los Angeles.

Il nuovo, attesissimo film di Francis Ford Coppola è ancora avvolto nel mistero, ma da questo screening sono trapelate informazioni interessanti, tra cui una reazione “piuttosto positiva, entusiasta ed emozionata”.

Partiamo da quello che sappiamo, e cioè dalla sinossi che recita così:

Julia Cicero (Nathalie Emmanuel) è divisa tra la lealtà verso suo padre Frank (Giancarlo Esposito), che ha una visione classica della società, e verso il suo amante, l’architetto Caesar (Adam Driver), che è più progressista e ha le sue idee sul futuro: vuole ricostruire New York City, devastata da un disastro, come un’utopia. La narrazione fuori campo è a cura di Lawrence Fishburne.

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Le anticipazioni su Megalopolis: “Avanguardia sperimentale”

Jeff Wells cita una sua fonte che parla così di ciò che ha visto (attenzione ci possono essere piccoli spoiler), definendo il film una via di mezzo tra Coppola e un film sperimentale dell’illustratore Ed Emshwiller:

È molto coinvolgente, non si trascina per niente, intrattiene costantemente e visivamente attira l’attenzione. Bisogna impegnarsi per tenere il filo: bisogna veramente seguire la trama, e si desidera farlo. […] È un film molto avvolgente, ma anche molto visivo in maniera sperimentale, quasi anni sessanta. Sembra un ritorno all’età giovanile di Coppola, che a 84 anni mette anima e cuore in questo film. È il tipo di cinema indipendente in cui lui è cresciuto: un film splendido, esagerato, che salta fuori dallo schermo in maniera molto personale, ed è veramente diverso da qualsiasi cosa sia in circolazione: avanguardia sperimentale.

È principalmente incentrato sulla relazione tra Driver ed Emmanuel, la figlia del suo rivale e avversario. Una lotta per conquistare il suo cuore. Una battaglia Shakespeariana tra famiglie, quasi come Romeo + Juliet di Baz Luhrmann.

[…] La risposta generale del pubblico può essere riassunta da una frase detta da Andy Garcia: “Quest’uomo è il motivo per cui facciamo film”. È una grandissima ispirazione, non so cosa dirà lo spettatore medio ma il pubblico che l’ha visto oggi era veramente entusiasta. Un film IMAX underground della fine degli anni sessanta.

[…] Andrà venduto con molta attenzione. Segue tutte le regole drammatiche standard, ma in maniera idiosincratica. Ha un lieto fine, c’è un senso di giustizia alla fine, ma non è assolutamente come ne Il Padrino – Parte II, né come in qualsiasi altro film.

[…] Vengono mostrate delle immagini in successione come all’inizio di Apocalypse Now, ma in maniera più sperimentale. Ruggiscono fuori dallo schermo, nei tuoi occhi e nelle orecchie. Come in Un sogno lungo un giorno. È ambientato in un mondo irreale, una grande metropoli nel futuro, ma non dice esattamente quando. Inizia dopo che una catastrofe ha distrutto tutto e la città sta cercando di rimettersi in piedi. Adam è Caesar, Nathalie è la sua amante… uno dei cattivi, il sindaco della città, è interpretato da Giancarlo Esposito. Aubrey Plaza interpreta un altro interesse amoroso, più stronza.

La fonte conclude il suo commento contestando l’eventuale presentazione a Cannes, dove “alcuni giornalisti tendono ad avere preconcetti” e il film rischia di vedere decise le sue sorti in maniera troppo rischiosa:

Ha bisogno di un distributore adatto, come Focus o Neon, e andrà gestito in maniera esperta, è un progetto rischioso che sarebbe meglio presentare a Venezia o a Telluride.

Anche WordOfReel ha ripreso il resoconto citando la stessa fonte, e conferma che la durata è di due ore e 13 minuti (più i titoli di coda) e che il montaggio mostrato è il final cut. Dopo la proiezione c’è stata una standing ovation, e un Coppola commosso ha ringraziato il pubblico: teneva nel cassetto questo progetto da 40 anni e lo ha finanziato con i suoi soldi, vendendo la sua azienda vinicola per pagare i 120 milioni di dollari di budget. Ha anche perso più di 30 chili per poter reggere fisicamente lo stress delle riprese.

Megalopolis Francis Ford Coppola

Nessuna decisione su Cannes, Venezia o altri festival

Mike Fleming di Deadline era presente in sala, e rivela di aver promesso di non scrivere una recensione. Tuttavia lo descrive così:

È ricchissimo di idee che fondono il passato con il futuro, una fiaba epica ed estremamente visiva perfetta per lo schermo IMAX. Copre tematiche complesse in una durata notevolmente breve, due ore e 13 minuti. La distruzione di una metropoli simile a New York City dopo un incidente conduce a visioni contrastanti sul futuro. Un lato è quello dell’ambizioso architetto idealista Caesar. L’altro è quello del suo nemico giurato, il sindaco Frank Cicero. Il dibattito è sull’eventualità di accettare il futuro e costruire un’utopia con materiali rinnovabili, oppure semplicemente ricostruire la città in maniera tradizionale (corruzione e divisione dei poteri inclusi). Nel mezzo, la storia d’amore con la figlia del sindaco Julia, un’inarrestabile giovane donna che è cresciuta immersa nel potere e che cerca un significato alla sua vita.

Pur non pubblicando una vera recensione, Fleming si sbilancia a dire che tutti gli attori del ricchissimo cast composto anche da Jon Voight, Shia LaBeouf, Chloe Fineman, Kathryn Hunter, Dustin Hoffman, D.B. Sweeney, Jason Schwartzman, Baily Ives, Grace Vanderwaal e James Remar sono “bravissimi nel portare questo complesso arazzo narrativo in vita”.

Il giornalista sottolinea come Coppola e il suo produttore e avvocato Barry Hirsch non decideranno a quale festival far debuttare il film finché non verrà trovato un distributore e non verrà deciso un piano preciso per il suo lancio.

La lettera di Francis Ford Coppola

Coppola ha anche consegnato una lettera a tutti gli spettatori prima della visione del film. Ve la traduciamo:

Cari Amici,

come ho detto in passato: “Credo nell’America”.

Se potessi lasciarvi con un pensiero dopo che avrete visto il mio nuovo film, sarebbe questo: i nostri padri fondatori hanno preso in prestito una Costituzione, il diritto romano, e un senato per il loro rivoluzionario governo senza un Re, in modo che la Storia Americana non potesse né avvenire né avere il successo che ha avuto senza gli studi classici a guidarla.

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