Arriva dalle pagine di Vanity Fair la prima immagine ufficiale di Adam Driver e Nathalie Emmanuel in Megalopolis, l’ambizioso film retro futuristico diretto (e autofinanziato vendendo parte della sua tenuta vinicola nel Nord della California per ottenere il budget di 120 milioni di dollari) da Francis Ford Coppola.

La potete vedere direttamente qua sotto.

Megalopolis Adam Driver Nathalie Emmanuel

Francis Ford Coppola racconta il suo Megalopolis

Sulle pagine del magazine, vengono anche riportate alcune dichiarazioni di Francis Ford Coppola su Megalopolis. Il regista parla della genesi del film spiegando a che che, contrariamente a quanto si è letto in giro, non è vero che ci abbia lavorato sopra per 40 anni. Si tratta difatti di un lasso di tempo durante il quale ha, principalmente, raccolto delle idee.

I semi per Megalopoli furono piantati quando da bambino vidi La vita futura, tratto dal romanzo di H.G. Wells. Quel classico del 1930 di Korda parla della costruzione del mondo di domani e mi ha sempre colpito, prima ha colpito il “ragazzo che amava la scienza” che ero da giovane e poi come cineasta.

Parlando della gestazione del progetto racconta:

Non ho davvero lavorato a questa sceneggiatura per 40 anni come spesso si legge, piuttosto stavo raccogliendo appunti e ritagli per un album di cose che trovavo interessanti per una futura sceneggiatura, esempi di vignette politiche o differenti argomenti storici. In definitiva, dopo molto tempo, mi sono orientato verso l’idea di un’epica romana. E poi in seguito, un’epica romana ambientata nell’America moderna. Ho iniziato a scrivere, a tratti, questa sceneggiatura solo negli ultimi dodici anni circa. Inoltre, avendo realizzato molti film su molti argomenti e in molti stili differenti, speravo in un progetto concepito più avanti nella vita, in un momento in cui avrei potuto capire meglio quale fosse il mio stile personale.

Motivo per cui ha deciso di “marchiare il titolo” con il suo nome per la prima volta.

Ho sempre rispettato lo scrittore originale nei film che ho realizzato, insistendo sempre affinché i loro nomi apparissero sopra il titolo, come è avvenuto con Il Padrino di Mario Puzo o Dracula di Bram Stoker. Solo con Non torno a casa stasera e La conversazione avrei potuto mettere il mio nome come scrittore originale; ma allora ero troppo insicuro per presentarmi in una tale grandiosità. All’inizio, ricordo di aver preso 130 pagine bianche e di averci messo sopra una pagina del titolo annunciando audacemente Megalopolis di Francis Ford Coppola, e sotto Tutte le strade portano a Roma. Ho fatto finta che non fosse completamente vuoto, soppesandolo tra le mani in modo da poter immaginare come, un giorno si sarebbe sentito, autoconvicendomi che un giorno sarebbe potuto esistere. Una volta avuto una bozza, devo averla riscritta 300 volte, sperando che ogni riscrittura la migliorasse, anche se solo di mezzo percento.

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FONTE: Vanity Fair

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