Il mostro dei mari (qui la nostra recensione) è il nuovo film del regista Chris Williams, che, dopo una lunga carriera alla Disney (per cui ha diretto Bolt, Big Hero 6 e Oceania), ha deciso di tentare una nuova avventura lavorando con Netflix.

In un’intervista con Deadline, Williams ha spiegato il perché di questa scelta e ha raccontato le sfide della lavorazione al film.

La necessità di mettersi a disagio

Williams ha parlato di come la sua decisione di lasciare la sua precedente compagnia sia stata dovuta a una precisa necessità personale e professionale:

Ho avuto la fortuna di lavorare alla Disney per quasi 25 anni occupandomi di film di cui sono molto orgoglioso, ma c’era un genere che volevo davvero affrontare e che era un po’ al di fuori di quello che la Disney avrebbe fatto. E questo desiderio ha coinciso con un momento della mia vita in cui stavo facendo il punto della situazione, perché ero stato alla Disney per quasi 25 anni ed ero arrivato a metà della mia vita. In quel momento ho pensato che se fossi rimasto ancora un po’, sarei stato condannato a una vita alla Disney per sempre. E non è una cosa negativa, ma volevo che fosse una scelta se davvero fosse andata così.

Mi ero trasferito dal Canada per lavorare alla Disney in giovane età. E mi sono messa a testa bassa a fare il mio lavoro. Volevo imparare a conoscere cos’altro c’era là fuori. Così ho incontrato molti studi diversi. Nel farlo, ho trovato questo impulso come artista: volevo sentirmi in difficoltà. Alla Disney mi sentivo molto a mio agio e venivo trattato molto bene, ma volevo un cambiamento nel vero senso della parola. Volevo, come artista, sfidare me stesso e buttarmi in una situazione molto diversa.

Il regista ha precisato poi le differenze tra le due società:

Netflix, per certi versi, è l’antitesi [della Disney] Quest’ultima è un’azienda eterna che esiste da sempre. Arrivi tu, sei il custode dell’eredità e poi la cedi. Netflix era una novità assoluta che stava ancora nascendo. E c’era qualcosa che mi faceva pensare che questo fosse un grande cambiamento. Era esattamente quello che stavo cercando. Erano aperti a qualcosa dai toni un po’ al di fuori di quello che avrei potuto fare alla Disney. Così, ho parlato di questa grande storia d’avventura rockeggiante, e loro erano entusiasti. Ho detto: “Sapete, questo è piuttosto ambizioso. Sarà una cosa grossa“. E loro lo sapevano, lo capivano. E sono stati incredibilmente di supporto per tutto il tempo. Ed eccoci qui, abbiamo fatto il film.

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Le sfide della lavorazione

Realizzare un film d’animazione è spesso anche una sfida a livello tecnologico, per la necessità di inventare nuovi strumenti e software per rappresentare alcuni elementi della narrazione, che potranno poi essere usati per progetti successivi. Il mostro dei mari è uno di questi casi, come spiega il regista:

La cosa che ci ha colto alla sprovvista come sfida tecnica sono state le vele stesse e il modo in cui venivano gonfiate dal vento, perché volevamo che fosse corretto. Abbiamo sempre saputo la direzione del vento in tutte le nostre scene; volevamo sempre che le manovre della nave fossero precise. E le vele dovevano comportarsi di conseguenza. Era una di quelle cose che non avevano mai fatto prima. Dunque è stata una nuova sfida e c’è voluto molto tempo prima di riuscire a vedere una nave in cui le vele fossero gonfiate dal vento in modo corretto. E questo è stato l’aspetto più delicato per noi, che non riuscivamo a far funzionare le vele.

È stato relativamente tardi, quando finalmente siamo riusciti a realizzarlo. C’era un’inquadratura in campo lungo della nave abbastanza all’inizio, nella scena della battaglia in apertura, in cui si vede l’intera nave e le vele gonfiate dal vento. Per noi è stata una festa: “Alleluia. Possiamo farcela“. Naturalmente, nel corso della storia, la cosa passa inosservata e il pubblico potrebbe non farci caso, ma per noi è stato significativo. E così, ora i dipendenti della Sony [Imageworks] potranno gonfiare le vele di vento per tutto il giorno.

Cosa ne pensate delle parole di Chris Williams su Il mostro dei mari? Lasciate un commento!

FONTE: Deadline

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