Dopo le stime pubblicate da Nielsen secondo cui 13.2 milioni di account americani hanno visto The Irishman su Netflix nei primi cinque giorni dal lancio, ora è lo stesso Ted Sarandos a diffondere i dati ufficiali che parlano di 26.404.081 di account nella prima settimana in tutto il mondo. Dati ufficiali ma non verificabili, ovviamente, che Sarandos ha letto al pubblico della UBS Global TMT Conference a New York, e che rappresentano il numero complessivo di account che hanno visto almeno il 70% del film (quindi non fa una media di quante persone possano averlo visto, né degli account multipli). Il 18% di questi spettatori ha visto l’intero film nel primo giorno di lancio, il 27 novembre.

Sarandos ha sottolineato che Netflix non ha alcun interesse a fare eventuali paragoni con il numero di potenziali biglietti cinematografici staccati, e si è spinto a stimare che entro un mese dal lancio, il film verrà visto da 40 milioni di persone. Si tratta di numeri inferiori ai 45 milioni di spettatori nella prima settimana di Bird Box, a dicembre 2018, ma va ricordato che il film di Scorsese dura ben tre ore e mezzo. Il successo dell’operazione (che ha avuto un budget di produzione da 150 milioni di dollari) lo stabilirà soltanto Netflix, e soltanto dopo la stagione dei premi, che avrà un ruolo fondamentale nell’attirare nuovo pubblico verso la piattaforma.

Durante la conferenza Sarandos ha affrontato anche il tema della crescente concorrenza da parte di nuove piattaforme come Disney+, HBO Max, Peacock e AppleTV+: “Penso in realtà che il mercato sia abbastanza stabile. Questi concorrenti in realtà creavano e vendevano contenuti audiovisivi già prima di decidere di andare a offrirli direttamente ai consumatori”. In realtà sono numerose le analisi che affermano che Netflix si prepara a perdere quote di mercato nei prossimi mesi, e il titolo ha perso il 6% in borsa dall’inizio dell’anno.

Infine, Sarandos ha commentato anche le affermazioni di Scorsese sulla possibilità che un grande film venga visto sullo schermo di uno smartphone: “Il modo in cui le persone consumano l’audiovisivo è molto personale. Mi sconvolge il numero di film che mio figlio, che studia cinema, guarda sul suo cellulare, ma per lui è una cosa molto naturale. Parliamo anche di Lawrence d’Arabia.”

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Fonte: THR

 

 

 

 

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