Come prevedibile, nell’ambito dell’annuncio dei dati del secondo trimestre del 2022 (meno negativi delle previsioni, ma comunque con 900 mila abbonati in meno) Netflix ha svelato maggiori dettagli sullo sviluppo di un piano di abbonamento a basso costo supportato dalla pubblicità, annunciando che debutterà all’inizio del 2023.

Nella lettera agli azionisti è stato confermato che verrà effettuato un primo lancio in mercati specifici dove la spesa pubblicitaria è elevata (quindi, verosimilmente, Stati Uniti ed Europa), e che poi verrà esteso progressivamente in tutto il mondo facendo eventuali aggiustamenti di tiro. Non sappiamo ancora quanto costerà, anche se chiaramente la cifra sarà inferiore rispetto al piano standard. Secondo Morgan Stanley un prezzo ragionevole potrebbe essere di 10 dollari al mese, che a Netflix dovrebbe poi generare circa 7 dollari al mese di ricavi pubblicitari. MoffettNathanson stima così che i ricavi della pubblicità potrebbero essere di circa 150 milioni di dollari nel 2023 e di 1.8 miliardi nel 2025.

Si tratta di un terreno completamente inedito per Netflix, che si è sempre vantata di non voler proporre pubblicità ai propri abbonati – e la realtà è che chi manterrà gli abbonamenti attuali non vedrà alcuno spot: l’adesione sarà una scelta esclusivamente di chi vorrà pagare di meno. L’obiettivo, ovviamente, è quello di attirare nuovi abbonati o, meglio ancora, convertire chi condivide le password con altri nuclei, una pratica che lo streamer non ha mai impedito nella pratica ma che cercherà di sfavorire sempre di più. Il partner tecnologico di quest’intera operazione è stato annunciato qualche giorno fa: sarà Microsoft.

Durante l’annuncio delle trimestrali Ted Sarandos ha ammesso che non tutti i programmi, le serie tv e i film presenti su Netflix potranno includere spot pubblicitari. Questo per via degli accordi di licenza. Solitamente, realtà che prevedono inserzioni pubblicitarie sono assimilabili più a canali televisivi non a pagamento, e quindi a finestre di sfruttamento diverse rispetto allo SVOD:

La maggior parte di ciò che la gente vede su Netflix oggi potrà essere incluso nel piano ad abbonamenti con pubblicità, fin da subito. Ci sono alcune cose su cui siamo in trattative con gli studios. Dovremo modificare le licenze di alcuni contenuti, ma non di tutti. Non è il tipo di cosa in grado di rallentarci.

La cosa avrà un suo costo, ovviamente, ma Netflix ritiene che i benefici giustificheranno questo investimento da parte dell’azienda:

Col tempo, la nostra speranza è di creare un modello pubblicitario migliore rispetto a quello della televisione lineare, più naturale ed efficace per i nostri inserzionisti. Ci vorrà del tempo perché cresca la base di abbonati a questo tipo di piano, ma pensiamo che sul lungo termine questa decisione ci permetterà sia di aumentare il numero di abbonati (anche se a un prezzo inferiore) che i profitti (grazie ai ricavi pubblicitari).

Ricordiamo che a fine anno anche Disney Plus dovrebbe lanciare un piano simile. Il vantaggio competitivo dell’azienda di topolino è evidente: grazie a Hulu ed ESPN+, Disney possiede già internamente la tecnologia, il know-how e i team in grado di gestire la raccolta pubblicitaria e l’inserimento degli spazi. Una sfida che Netflix potrà affrontare solo con l’aiuto di un partner come Microsoft, almeno per il momento.

Fonte: Deadline

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