Paolo Virzì, ospite del nostro consueto appuntamento con “Casa Alò”, chiacchiera per due ore con Francesco Alò, ripercorrendo vita, carriera e passioni.

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Tra queste, quella per il grande fumettista scomparso, Andrea Pazienza:

“Sai che una volta l’ho conosciuto? Poco prima che morisse. A Trastevere, in una festa. Lui è morto nell’86-’87, quindi ero appena arrivato a Roma. Letteralmente mi inginocchiai e mi ricordo che lui reagì dicendo: che palle, oddio, eccone un altro. Quindi fu anche una bella figura di merda.”

Virzì cita e omaggia Pazienza in alcuni suoi film, a partire da Ovosodo, dove fa leggere Pompeo a Gabriellini. La domanda sorge automatica: un film su Zanardi?

Anni ’70: Zanardi è un ragazzo cattivo, interessato alla droga, al potere, alla manipolazione. È un nichilista privo di ideologie in un’Italia spaccata da forti ideologie. Ed è uno dei più celebri personaggi usciti dalla pena di Pazienza. Virzì tentenna. “Come fai a prendere in mano delle cose che tu consideri capolavori?” Valuta l’idea di un film su Zanardi come un progetto interessante “forse potrei produrlo”. Fino a concederci un “ci penso”, quando capisce che il ruolo produttivo non ci basta, vogliamo lui dietro la macchina da presa.

A termine dell’intervista, c’è spazio anche per scherzare su chi potrebbe interpretare Zanardi e Pietro Castellito e Luca Marinelli se la giocano ad armi pari…

L’intera intervista a Paolo Virzì, dai primi film, all’esperienza americana, fino al suo rapporto con Roma è disponibile per tutti gli abbonati a BadTaste+!

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