Nel corso di un’intervista con The New York Times Magazine, Robert Downey Jr. ha riflettuto sulla sua carriera e sulle tappe che per lui sono state più significative.

L’attore apparirà presto sul grande schermo in Oppenheimer, che ha definito una “linea di demarcazione” nella sua filmografia. Invitato a spiegarne il motivo, ha fornito una lunga risposta:

Scaduto il contratto con la Marvel, mi sono piombato frettolosamente in quello che aveva il potenziale per essere un altro grosso franchise divertente e ben realizzato, “Dolittle”. Avevo delle riserve. Io e la mia squadra sembravano un po’ troppo elettrizzati per l’accordo ma non abbastanza elettrizzati sui meriti dell’esecuzione. Ma a quel punto ero a prova di proiettile, ero il guru dei film di genere. In tutta sincerità tra i due film più importanti girati negli ultimi 25 anni ci sono “Shaggy Dog”, perché è il film che ha convinto la Disney a dire che avrebbero garantito per me, e l’altro è Dolittle perché Dolittle è stata una ferita di due anni e mezzo di opportunità sprecate.

Lo stress che ha fatto provare a mia moglie che ha dovuto rimboccarsi le maniche fino alle ascelle per renderlo abbastanza funzionale da poter essere messo sul mercato è stato sconvolgente. Dopo quel punto… com’è che si dice? Non lasciare mai che una crisi diventi un’opportunità sprecata? Abbiamo rivisto le priorità e apportato alcune modifiche su chi dovessero essere i nostri consulenti commerciali.

Per tutto quel tempo, intanto, mio padre se ne stava andando, e come meccanismo di difesa ho deciso di mandare una troupe da lui per registrare i suoi ricordi e quello è diventato “Sr.”, probabilmente la cosa più importante che abbia mai fatto, ovvero diventare oggetto e soggetto all’interno di un “contenuto”. Era quello che era, ma per me è stato significativo. Poi il vecchio Chris Nolan mi ha chiamato, e vedere il modo spartano e quasi monastico con cui si approccia a questa forma d’arte è stato come scoprire l’altro lato della luna. Perciò suppongo che la risposta alla tua domanda sia che sono uno studente di arti marziali diligente, ed è bellissimo allenarsi con qualcuno più pericoloso di te“.

L’attore ha definito Sr., il documentario realizzato su suo padre, come “contenuto” e il motivo è che “si tratta di qualcosa di molto personale per me, ma per tutti gli altri è stato un contenuto su cui potevano decidere di cliccare o meno“.

Ha poi ripercorso alcuni dei film della sua carriera, definendoli “contenuto” o meno. Oppenheimer? No. Sherlock Holmes: Gioco d’ombre? “No”. Avengers: Age of Ultron? “Contenuto”. U.S. Marshals – Caccia senza tregua? “Discutibile”. A scuola con papà? “No”.

Ha poi concluso:

È un modo per ricordarmi che solo perché per me può trattarsi della cosa più importante che abbia mai impresso su una scheda dati di una fotocamera, non significa che per qualcuno non sia altro che un caz*o di contenuto.

Insomma, c’è una parte di me che crede che potrei fare lo scrittore o l’imprenditore o bla bla bla. Ma poi ci penso e mi rendo conto di aver già fatto pace con chi sono nel mio profondo: e c’è davvero solo una cosa in cui sia mai stato maledettamente bravo. Perciò continuare a credere di poter diventare improvvisamente questa formidabile figura eclettica ha cominciato a stancarmi, non me la bevo più. Adesso l’importante è: posso stare bene a fare quello che faccio? Ok, sì, allora è esattamente quello che farò: starò bene.

Robert Downey Jr. apparirà in Oppenheimer, dal 23 agosto al cinema.

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