Foto: Marco Agamennone

Ecco il resoconto dell’incontro con il pubblico dell’attore austriaco Christoph Waltz, vincitore di due Oscar grazie a Quentin Tarantino che lo fece esplodere al cinema dirigendolo in Bastardi Senza Gloria (2010) e Django Unchained (2012). L’attore viennese ha risposto alle domande di Antonio Monda. Abbiamo deciso di sintetizzare l’incontro attraverso i suoi punti e spunti più significativi…

Contemporaneità
“Odio i selfie e i social media”.

Tarantino
“È tutto nella scrittura. Lui crea il mondo e i personaggi nella sua testa. In quel luogo li libera e lì accade tutto. Non aggiungo niente come attore quando lavoro con lui. Ci siamo incontrati e abbiamo letto insieme la sceneggiatura di Bastardi Senza Gloria. La sceneggiatura è tutto. La regia è perfetta per la scena ma è sempre al servizio della sceneggiatura. La genesi e la poesia del suo cinema è sempre nella scrittura.”

Carnage
“C’è un differenza. Polanski è un classico regista mentre Quentin è barocco. Non ho improvvisato nemmeno con Polanski. Io rispetto gli sceneggiatori. Io ammiro il loro lavoro. So la fatica di uno sceneggiature per arrivare alla versione definitiva. Se arrivi a un blocco e ti trovi nel pantano durante la lavorazione allora magari l’improvvisazione può aiutare. Ma sostanzialmente penso che l’improvvisazione sia sopravvalutata.”

Regia
“Quando vedo un film che mi piace tanto, desidero averlo diretto io.”

Villain
“Ho lavorato per 35 anni prima di arrivare ad Hollywood. Non so quanti film ho fatto ma se li metto tutti insieme… posso assicurarvi che i ruoli possono arrivare a 150 e in quel caso non ero sempre il villain. Dopo Tarantino c’è stata una ragione economica dietro la mia costanza nell’interpretare i villain. I finanziamenti non arrivano per un interesse per l’arte ma garantendo degli investimenti. Se un produttore ti conosce come villain, allora ti vuole come villain. Sono comunque i ruoli più interessanti. Il cattivo ha uno spettro espressivo più ampio. Io preferisco chiamarli antagonisti.”

Commedia sottovalutata dai critici
“Perché non la capiscono. Il trattato filosofico scritto da Aristotele sulla commedia fu distrutto mentre quello sulla tragedia fu gelosamente conservato. Forse tutti i critici… sono aristotelici.”

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Preparazione
“Penso che la ricerca dell’attore sia sopravvalutata. Nel senso che… se sono un nazista in un film… non devo studiare i testi nazisti. L’immaginazione è lo strumento più importante dell’attore.”

Il Metodo dell’Actors Studio
“(non risponde nemmeno e fa una smorfia di disprezzo)”

Ispirazione
“I punti di riferimento cambiano con il passare del tempo. A 20 anni pensavo che Marlon Brando fosse il più grande di tutti. Ora non riesco a vederlo e lo trovo terribile in tutti i film tranne che ne Il Padrino. I punti di riferimento cambiano. La tua ammirazione non deve mai diventare ideologia.”

Divismo
“Essere un attore ed essere una star… sono due professioni diverse. Puoi essere un attore sincero e onesto e stare sempre sullo sfondo. Altri attori invece diventano delle star. Non per il lavoro ma per il potenziale e il meccanismo industriale che li trasforma in star. Non credo che esistano buoni attori o cattivi attori. Ogni attore può trovare un ruolo attraverso cui diventare memorabile.”

Tre film preferiti
Il momento della verità di Francesco Rosi. Vivere di Akira Kurosawa e I Vitelloni di Federico Fellini. Rosi l’ho visto su FilmStruck.com un sistema di streaming di film classici che si può trovare in America. Tutti e tre i film sono storie di persone che vogliono trovare un loro spazio nel mondo ma soprattutto fare la rivoluzione. Sono tre storie sul desiderio di cambiare la propria vita.”

Fellini
“Ho incontrato Fellini quando lavoravo a teatro in Zurigo. Lui stava facendo il casting per E La Nave Va. L’ho incontrato a 24 anni. Ero un ribelle e avevo delle foto con me in posa. Gli piacque solo una foto dove avevo un ghigno gigantesco.”

Opera & Cinema
“Il cinema è molto più vicino all’opera di quanto sia vicino al teatro, alla pittura o alla letteratura.”

Un film da portare sull’isola deserta
“Se lo dicessi… sarebbe già diverso tra 30 minuti. Non penso che sia giusto trasformare le nostre idiosincrasie e gusti personali in ideologie insostituibili.”

 

 

 

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