È passato quasi un anno da quando lo stato della Florida ha votato a favore della dissoluzione dei “distretti speciali” creati prima del 1968. Oggi Ron DeSantis, il governatore che punta alla candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, ha partecipato a una cerimonia a Lake Buena Vista, vicino a Orlando, dove ha firmato definitivamente la legge che restituisce allo stato il controllo del distretto autogovernato in cui si trova Walt Disney World. Una vera e propria “punizione” verso la Disney, rea di aver preso ufficialmente posizione nei confronti della legge cosiddetta “Don’t Say Gay” bloccando i finanziamenti ai partiti della Florida e promettendo che farà di tutto perché la legge venga abrogata.

“Il regno aziendale finalmente giunge al termine,” ha dichiarato in maniera altisonante DeSantis. “C’è un nuovo sceriffo in città, e l’assunzione della responsabilità sarà all’ordine del giorno. […] Questa situazione era indifendibile: perché dare l’autogestione a un parco, e trattare diversamente tutti gli altri parchi della zona? Crediamo che non sia una giusta politica”.

Il governatore repubblicano potrà quindi ora nominare un consiglio composto da cinque membri che supervisioni tutti i servizi del distretto Disney, che impiega circa 80 mila persone in Florida e vede buona parte delle proprie attività coperte dal Reedy Creek Improvement District, inaugurato nel 1967 e ora appunto cancellato. Si tratta di un distretto speciale nel quale Disney auto-governava aspetti quali la zonizzazione, la gestione ambientale e le infrastrutture, approfittando di numerose agevolazioni fiscali. Walt Disney aveva intenzione di costruire una città futuristica in quell’area della Florida, ma i piani vennero abbandonati dopo la sua morte nel 1966. Venne quindi costruito Walt Disney World, che aprì i battenti nel 1971. E mentre ad Anaheim, dopo l’apertura di Disneyland nel 1955, aprirono i battenti un mucchio di motel e negozi per turisti, il Reedy Creek Improvement District permise alla Disney di gestire in autonomia tutta l’area attorno a Disney World evitando speculazioni immobiliari eccessive.

Non sono pochi i critici della decisione del governo della Florida: tra le conseguenze, infatti, il fatto che le contee di Osceola e Orange dovranno farsi carico, oltre che di tutta la gestione infrastrutturale, anche di circa un miliardo di dollari in debiti obbligazionari municipali, con un inevitabile aumento delle tasse.

“Siamo concentrati sul futuro, e siamo pronti a lavorare in questo nuovo contesto,” ha dichiarato qualche giorno fa Jeff Vahle della Disney. “Continueremo a innovare, ispirare e portare gioia a milioni di ospiti che vengono in Florida per visitare Walt Disney World ogni anno”.

Fonte: Politico

Classifiche consigliate