La storia, come noto, ha dato ragione alla star canadese. Deadpool, costato 58 milioni P&A esclusa, ne ha poi incassati 782. Deadpool 2, costato 110 P&A esclusa, ne ha portati a casa 785 e ha anche dato vita alla ben nota versione PG-13 “Once Upon a Deadpool”, i cui ricavi sono in parte andati a favore dell’associazione benefica F-ck Cancer. E non è tutto: il Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds è, sostanzialmente, l’unico personaggio della Marvel nato e cresciuto cinematograficamente presso l’ex major ad aver resistito all’assorbimento della 20Th Century Fox da parte della Disney.
In una nuova intervista rilasciata alla testata Entrepreneur focalizzata, appunto, sulla sua attività d’imprenditore, il protagonista e Deus ex-machina della saga ha spiegato come, in realtà, le ristrettezze imposte dalla 20Th Century Fox al budget del primo film abbiano giocato a favore della riuscita del lungometraggio. Lo studio, spaventato dal rating del progetto, non voleva investire troppi capitali temendo il fallimento commerciale di Deadpool.
Ryan Reynolds dice:
Ogni volta che lo studio ci levava dei soldi dal budget, rimpiazzavano la set piece persa, con dei personaggi. E, alla fine, è diventato proprio il marchio distintivo, la caratteristica principale di quella proprietà intellettuale. La gente non ricorda quel tipico nonsense da dobbiamo-salvare-il-mondo. Ricordano quello che ha detto un personaggio o come abbia reagito a un dato momento. Per me, sì è trattato di una lezione che valeva oro perché ho compreso che si può avere impatto sullo zeitgeist e lasciare un’impronta senza necessariamente spendere una tonnellata di quattrini, senza andare col conto in rosso in banca.
Cosa ne pensate delle considerazioni fatte da Ryan Reynolds su Deadpool? Potete dire la vostra nei commenti qua sotto!
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