Cosa collega Thor: Ragnarok, Taika Waititi e Oceania, il celeberrimo film animato della Disney diretto da Ron Clements e John Musker? La spiegazione ci arriva da quella miniera di aneddotica dell’UCM noto come The Story of Marvel Studios: The Making of the Marvel Cinematic Universe, lo speciale volume edito da Abrams Books tutto incentrato sulla creazione dell’Universo Cinematografico Marvel.

Nell’estratto proposto da /Film viene spiegato di come Taika Waititi abbia quasi perso la possibilità di dirigere Thor: Ragnarok, il terzo film dedicato al Dio del Tuono impersonato da Chris Hemsworth che è finito per incassare ben 853 milioni di dollari (via BOM). E di come il regista sia stato salvato da Oceania e da degli agenti della TSA, l’agenzia governativa statunitense addetta alla sicurezza dei trasporti, che avevano amato particolarmente il cartoon.

Procediamo con ordine.

Al tempo, Taika Waititi era nella shortlist di registi tenuti in esame dai Marvel Studios grazie all’endorsement ricevuto da Brad Winderbaum, produttore della divisione cinematografica della casa delle Idee. Il problema era che Kevin Feige disponeva di una finestra temporale molto stretta per scegliere il regista a cui affidare la pellicola e Waititi aveva solo un giorno ben specifico a disposizione per incontrare il boss supremo dell’UCM. Il filmmaker neozelandese si trovava alle Hawaii per festeggiare il suo compleanno e doveva quindi volare a Los Angeles per il meeting. Ed è proprio a quel punto che si accorge di un problema non da poco: il suo passaporto era stato messo in un bagaglio che era stato rispedito a casa, in Nuova Zelanda. Viaggiare verso gli Stati Uniti continentali pareva impossibile. A quel punto si mise freneticamente a ricercare qualcosa che potesse attestare la sua identità trovando una lettera che gli era stata spedita dalla Walt Disney Company in merito a Oceania, per cui aveva scritto la prima stesura della sceneggiatura. Con una dose non indifferente di fortuna e di spiegazioni, Taika Waititi riuscì a illustrare la situazione del suo passaporto impiegando la lettera della corporation americana come “documento”. E, con sua estrema sorpresa, tutto si risolse con un lieto fine: gli agenti della TSA avevano amato particolarmente Moana e corroborarono la sua storia.

Il regista riuscì infine a incontrare Kevin Feige proponendogli la sua pitch per Thor: Ragnarok arricchita da una sizzle reel che, sulle note d’Immigrant Song dei Led Zeppelin (brano poi effettivamente usato nel film), mostrava segmenti da pellicole come Grosso guaio a Chinatown, Superman e Tartarughe Ninja impiegati per comunicare il tono che intendeva dare al cinecomic.

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