Lo stesso destino si è ripetuto anche per l’ultimo lavoro del regista, Where to Invade Next, documentario presentato allo scorso TIFF e che debutterà in alcune sale di New York e Los Angeles in un numero limitato di copie il 23 dicembre.
La MPAA (Motion Picture Association of America) ha classificato il lavoro di Moore con un Rating R a causa di “linguaggio scurrile, immagini violente, uso di alcol e droga e alcune scene di nudo”. Il regista, avvezzo a questo tipo di trattamento, ha comunque commentato tale decisione a suo modo:
È incredibile che siano passati 25 anni, abbiamo inventato internet, legalizzato i matrimoni gay e eletto un afroamericano come Presidente degli Stati Uniti; nonostante questo la MPAA è ancora intenta a censurare del materiale che possiamo comunque vedere in rete o in qualsiasi telegiornale della sera. Questo film è stato ampiamente lodato dalla critica per il suo colore, il suo umorismo e il suo ottimismo. Quindi qual è il vero motivo per cui continuano a valutare il materiale con il Rating R. Vorrei che la MPAA fosse più onesta e mettesse un etichetta sui miei film con scritto “Questo film contiene idee pericolose che il per il 99% potreste trovare sconvolgenti e che potrebbe scatenare una rivolta” [..]
Dalle pagine di Variety il regista fa poi sapere che non apporterà nessun taglio al film, con il fine di ricevere un PG-13 come valutazione:
Non farò tagli. Noi non crediamo nella censura in questo paese. Non ci può essere alcun tipo di compromesso su questo genere di cose. Vedo film classificati in PG-13 in cui centinaia di personaggi vengono letteralmente falciati da pistole o bombe.
Non voglio modificare i miei film per piacere a loro [MPAA]. Non ho mai offerto esperienze mediocri. Com me si ottiene qualcosa di vero, e mi rifiuto di spezzare la fede che mi lega con il mio pubblico.
FONTI: Collider, Variety
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