La censura cinese non prende di mira solo i grandi blockbuster americani che, magari, affrontano tematiche LGBTQ+, ma anche le produzioni dal budget decisamente più contenuto come Winnie the Pooh: Blood and Honey, la ben nota versione horror slasher che ha come protagonista una versione dedicamente meno “family friendly” del personaggio ideato da Alan Alexander Milne reso un’icona mondiale dalla Disney.

Il film sarebbe dovuto uscire questo giovedì in circa 30 sale di Hong Kong, ma, a quanto pare, la censura cinese ne ha bloccato la distribuzione. Il motivo? I meme che circolano da ormai dieci anni abbondanti che evidenziano la somiglianza fra Winnie the Pooh e Xi Jinping, colui che, dal 2013, ricopre ininterrottamente il ruolo di presidente della Repubblica Popolare Cinese.

La storia dei “dissapori” fra l’orsetto ghiotto di miele e le autorità censorie del Piltburo cinese affondando le loro radici nel 2013. L’8 giugno di quell’anno, Xi Jinping e l’allora presidente degli Stati Uniti Barak Obama ebbero un meeting all’Annenberg Retreat presso Sunnylands a Rancho Mirage, in California. Vennero immortalati mentre camminavano all’aperto e, qualche giorno dopo, un utente di weibo realizzò un meme in cui i due venivano paragonati a Winnie the Pooh e Tigro. Lo potete vedere a questo link. Ma ci furono innumerevoli variazioni sul tema come potete constatare sulla BBC o su Know your meme.

Per tale ragione, anche Ritorno al bosco dei 100 acri, il live action Disney del 2018 con Ewan McGregor, venne censurato in Cina (Fonte: Hollywood Reporter).

Nel 2023 a Winnie the Pooh: Blood and Honey è toccata la stessa sorte.

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FONTE: Hollywood Reporter

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