Abbiamo incontrato a Roma in esclusiva per BadTaste.it un regista molto promettente e particolare: Ariel Vromen. Il film che ha fatto parlare più di lui è stato il penultimo The Iceman (2012) con uno strepitoso Michael Shannon nei panni di Richard Kuklinski, killer professionista degli ’80 in grado di riuscire a tenere il suo lavoro nascosto agli occhi della famiglia. Ma Vromen è anche RX – Strade Senza Ritorno (2005) e Danika (2006), interessanti mix di action thriller con innesti di horror, sovrannaturale e dramma realistico. Già portato alla complessità e alla commistione di generi, Vromen ha spinto ancora di più sull’acceleratore della stranezza con Criminal, bizzarro spy movie dal cast potente (Kevin Costner, Gal Gadot, Gary Oldman, Tommy Lee Jones, Ryan Reynolds, Michael Pitt, Jordi Mollà) contemporaneamente molto grossolano e molto sofisticato. Una vera, divertente, follia cinematografica che paradossalmente, o forse no, pare fare il verso a due dei blockbuster più parossistici e divertenti dei ’90. Uno fu diretto da John Woo. Mentre l’altro…

***

Quando uno pensa che il film somigli a The Rock (1996) per come decidi di riprendere l’entrata in scena del personaggio di Kevin Costner… poi controlla il nome degli sceneggiatori e si accorge… che Douglas Cook e David Weisberg… hanno effettivamente scritto The Rock!
E uno di loro è anche mio cugino…

Quale dei due?
David Weisberg…

Come è possibile che questa idea high concept si sia sposata con il tuo modus operandi?
Ho voluto rendere omaggio ai risultati che hanno raggiunto con The Rock. Mi riferisco soprattutto al modo in cui ho inquadrato il personaggio di Costner nella sua entrata in scena e anche dopo. Come Sean Connery in The Rock anche Costner in Criminal deve aiutare trama e film. E come Sean Connery… anche il personaggio di Costner ha passato gran parte della sua vita in galera. The Rock aveva come tema portante l’onore dei soldati e come una società li può riaccogliere dopo i traumi della guerra. Criminal invece ha a che con fare con la nostra percezione delle persone pericolose e ci pone il dilemma: “Ti fideresti di una persona pericolosa”? “Crederesti al fatto che una persona pericolosa… possa avere dei sentimenti?”

Quello che mi affascina del tuo film è che è super grossolano, idealmente l’origine di una saga (quindi anche platealmente industriale), sempre idealmente un popcorn movie ma contemporaneamente anche con dei tocchi molto sofisticati. È un po’… un casino il tuo film. Sei d’accordo?
Sì (ride, N.d.R.). Sono d’accordo. È un viaggio caotico. Ma vorrei dire… senza voler dare minimamente l’impressione di voler manipolare i vostri lettori… che sono stupito da quante persone mi dicano che Criminal migliori alla seconda visione. Mio padre l’ha visto quattro volte e mi ha detto che ogni volta diventa sempre più chiaro e, paradossalmente, razionale. In superficie è un altro action movie manipolatorio ma se ci ripensi… c’è l’idea forte che, parallelamente a The Rock, anche in Criminal ci sia una sorprendente, per così dire, enfatizzazione della trama. Per noi il punto forte era: il mondo è pieno di psicopatici. Gli spettatori devono accettare l’idea che siamo quello che siamo attraverso la nostra memoria. Ma se cambiassimo la memoria delle persone? Se fossimo in grado di rivivere alcuni nostri pregiudizi verso il mondo? Beh… forse… il mondo stesso diventerebbe un posto diverso.È quello che ho cercato di comunicare con il film ma, come dicevi tu, in un modo spettacolare e da messicano macho! Lo so. È un film pazzo. Poi so anche che ha buchi di sceneggiatura… uno spettatore per esempio mi ha chiesto come mai il personaggio di Gal Gadot non avesse fatto una cosa fondamentale per quanto riguarda la sicurezza della sua casa.

E tu che hai risposto?
Che lei provò a farlo ma… i tecnici manutentori erano troppo occupati in quei giorni!

Lei mi è piaciuta tantissimo nel film…
È Wonder Woman, d’altronde…

Sì ma è più Wonder Woman in questo film che non in Batman v Superman: Dawn of Justice. Almeno per me. Senza “spoilerare”… ma come tratti il personaggio di Gal Gadot, attraverso certe sue peculiarità, fa sì che Criminal diventi in quelle scene assolutamente non grossolano e anzi molto sofisticato. Ecco perché è un film pazzo, no?
È una donna forte. È una donna intelligente. Sì… è vero… le parti con lei sono un altro film rispetto ad altre sequenze.

Hai affrontato questa schizofrenia cinematografica di Criminal in modo conscio? 
Sì. Mi aspettavo che sarei stato criticato. Mi aspettavo che avrei affrontato un film molto complicato e completamente diverso da The Iceman. Il prossimo sarà più classico. Sarà più… compatto.

Ci puoi dire qualcosa?
Ti farà ridere perché c’è un ennesimo collegamento a The Rock. Farò il remake di Fuga Da Alcatraz (1979) con nuovo finale rispetto all’originale di Siegel. Tornando a Criminal… è sempre stato un film rischioso ma sai che ti dico? A me come regista piace prendermi dei rischi. L’intento era emozionare: io voglio che qualcuno si commuova vedendo Criminal. Se vedo una lacrima, sono contento. Io volevo fare un film emotivo dentro un genere di film non emotivo.

Quindi hai voluto inserire qualcosa di diverso dentro l’idea di blockbuster escapista con cui la nostra generazione è cresciuta? C’è qualcos’altro oltre a The Rock a cui hai pensato?
Hai ragione. Siamo cresciuti con blockbuster cheesy, assolutamente non realistici come Criminal… ma allo stesso tempo divertenti e appassionanti. Ovviamente dentro Criminal c’è anche molto Face/Off – Due Facce Di Un Assassino (1997) di John Woo. Avevo 20 anni quando lo vidi e se ci pensi c’è tantissimo di quel film a partire da un approccio e un pretesto così… scemo… ma portato avanti da Woo con una maestria e classe che ti portavano a credere totalmente che Nicholas Cage e John Travolta avessero scambiato il volto. Mi colpì di quel film la potenza con cui Woo ci aveva messo davanti agli occhi il fatto che la nostra identità fosse… realmente epidermica all’interno della società. Eravamo giovani… era un film ormai di 19 anni fa.

Ultima domanda: come la mettiamo se Criminal diventasse una saga? Come immagineresti il futuro?
Sarebbe interessante se Jericho Stewart (il personaggio di Kevin Costner, N.d.R.… avesse la testa di una donna! Sarebbe la fantasia massima, no? Intendo… per una donna poter essere un uomo e per un uomo poter essere una donna.

Classifiche consigliate