After Blue, la recensione | Locarno74

Il mito della razza umana che lascia la Terra e parte per andare a vivere su un altro pianeta è arrivato anche al cinema d’autore più duro e puro. E così è anche per una delle distopie più frequenti dei nostri anni, quella che vuole che uno dei due sessi rimanga da solo. Stavolta sono gli uomini a essere tutti morti e su After Blue, il nuovo pianeta colonizzato, ci sono solo donne (che non di meno riescono ancora riprodursi). Finisce qua ciò che la seconda opera di Bertrand Mandico ha in comune con qualsiasi altro film abbiate visto che non sia il suo precedente, Les Garçons Sauvages. Su After Blue un’acconciatrice è incaricata di andare con sua figlia ad uccidere una donna (ma è più opportuno dire un essere) che si fa chiamare Kate Bush e che la figlia stessa ha risvegliato sulla spiaggia. Tutto è mostrato con l’estetica di Mandico, in cui l’analogico è un dogma e il costante ricorso ad espedienti antichi e trucchi in camera, unito ad una ricerca ...