Non fosse stato un film scritto e diretto da Angelina Jolie forse “In the Land of Blood and Honey” sarebbe pure piaciuto a qualche critico. E invece, sia nelle tante presentazioni precedenti alla Berlinale, che proprio al festival del cinema della capitale tedesca, tutti hanno storto la bocca. “Banale”, “americano”, “pretenzioso” e così via. Sono tanti i difetti del film che le si contestano, molti sono gli stessi che si dicono in anticipo prima di aver visto il film, basandosi semplicemente sull’intuito. La domanda, a fine visione, quindi è: il suo esordio da regista di una pellicola di finzione (aveva già diretto il documentario A Place in The Time nel 2007) si merita tutto questo ostracismo generale? La risposta è no, almeno non per le ragioni suddette.

Ci vuole coraggio ad affrontare un tema così vicino nel tempo e ancora capace di scatenare dibattiti, e anche qualcosa di più, tanto a ...