La recensione di Bussano alla porta, il film di M. Night Shyamalan, al cinema dal 2 febbraio

Steven Spielberg è il maestro di M. Night Shyamalan, da lui prende la tecnica sopraffina al servizio della creazione della tensione, a lui guarda per la semplicità invisibile di certe soluzioni e la maniera in cui il ritmo non è il risultato ma uno strumento del film. Tuttavia se l’inquadratura che più di tutte rappresenta Spielberg è un volto attraversato dall’estasi che guarda qualcosa di meraviglioso fuori campo, quella che rappresenta Shyamalan è un volto terrorizzato che guarda nel vuoto, guarda qualcosa che non è lì o non c’è ancora o che non possiamo vedere. Questa inquadratura non ci mette molto a comparire in Bussano alla porta ed è forse il simbolo perfetto di un film tutto pensato intorno al terrore per ciò che deve venire.

Tutta la storia è un lungo attendere con paura la fine del mondo da parte di quattro personaggi che bussano alla porta di una coppia omosessuale con bambina. Que...