La recensione di Doggy Style, il film con cani parlanti in uscita in sala il 14 settembre
C’è sola e una ragione per la quale Doggy Style è interessante, e non ha a che vedere tanto con il film in sé ma più che altro con quello che il film rappresenta dal punto di vista industriale, ovvero un altro capitolo nel libro della riscoperta del potenziale del cinema commerciale vietato ai minori da parte degli studios. Questa volta è Universal (dopo il film d’animazione Sausage Party della Warner ma anche gli esperimenti di Fox, anni fa, con Deadpool) e tutta la trama di Doggy Style potrebbe essere sintetizzata in: “Un gruppo di cani randagi si alleano per far tornare un cane abbandonato dal suo padrone, e nel farlo dicono tantissime parolacce”. Il potenziale divertente ci sarebbe pure, specialmente perché il punto sarebbe di farlo con un tipo di storia e personaggi con i quali di solito si fa cinema per famiglie. Peccato che il film quel potenziale poi non lo sfrutti mai.
L’idea che
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