Il miglior complimento che si possa fare a Fear Street Parte 3: 1666, che chiude la (per ora) trilogia di Leigh Jeniak tratta dai romanzi di R.L. Stine, è che è sorprendente. Migliore perché più inaspettato: nel loro costante omaggiare gli horror del passato (di due decenni in particolare, gli anni Settanta e gli anni Novanta), i primi due capitoli di Fear Street passeggiavano sicuri su strade prevedibili, tra svolte già viste, rivelazioni che non lo erano e una tendenza costante a spiegarsi e ripetersi per non rischiare di perdere pubblico per strada.
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A Fear Street Parte 3: 1666 era quindi lasciato il compito non solo di chiudere le vicende di Deena, Sam e compagnia urlante in modo soddisfacente, ma anche di tirare tutte le fila di una mitologia lunga quasi quattrocento anni, senza per questo infilare la testa nel buco...
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