La recensione di Ghost Cat Anzu, il film diretto da Yoko Kuno e Nobuhiro Yamashita presentato al Festival di Cannes.

C’è stato un applauso di entusiasmo sui titoli di testa di Ghost Cat Anzu. Non succede sempre ai festival, e in questo caso (viste anche le risate fra il pubblico) il senso della reazione è evidente: con la prima sequenza il film aveva già stabilito le sue regole strampalate, creandosi la sua libertà d’azione e facendo assaggiare il proprio stile di commedia surreale. Tutti si sono accorti che quello che succedeva sullo schermo era qualcosa di curioso e inusuale. Purtroppo nonostante la breve durata il film non riesce fino in fondo a mantenere quella promessa. Ma è comunque un’opera che lascia il segno, tracciandosi una strada personale e percorrendola ostinatamente.

Un padre irresponsabile indebitato con gli strozzini lascia la piccola Karin al nonno, guardiano del locale tempio buddista. Sembrerebbe tutto normale in questa cittadina del Giappone, se non fosse che a gu...