Intrusion, la recensione

L’invasione dello spazio domestico, luogo dove viene affermata la propria identità (sia privata che sociale, cioè identità di classe) e quindi terreno da invadere o da difendere, è qualcosa che a partire da Parasite di Bong Joon-ho è diventato un tema d’eccezione della poetica (e politica) per immagini. Senza ombra di dubbio, Intrusion di Adam Salky è tra gli innumerevoli film recenti che navigano in questa direzione. Ambientato quasi interamente in una casa (guarda caso lussuosa, costruita su più piani, una piramide sociale in forma architettonica) il film è un thriller con protagonista una donna, Meera (Freida Pinto), la quale in seguito a un’intrusione in casa propria si ritrova, per una serie di strane circostanze, ad indagare sulla vita extra-domestica di suo marito Henry (Logan Marshall-Green), proprio l’architetto che ha progettato la loro casa. Intrusion si muove quindi tra la paranoia identitaria (è davvero chi sembra di essere?), quella della si...