Al secondo tentativo Jurassic World è tutta un’altra musica. Pur seguendo un modello di film globale di cui è diventato l’apripista, operando lo spostamento dalla maniera in cui si pensavano film per tutto il mondo fino a qualche anno fa (usando attori da tutto il mondo e location da tutto il mondo) ad una più radicale (che usa location che non appartengono a nessuno, non solleva i personaggi dallo status di archetipi e opta per una struttura filmica ibrida tra cinema commerciale hollywoodiano e cinese), il secondo film del franchise dei dinosauri è decisamente concepito meglio, molto più a suo agio nel ruolo e padrone della situazione, marginalizza gli attori e il loro contributo ma esalta l’azione.

Sicuramente l’arrivo di Bayona alla regia al posto di Trevorrow (che rimane come sceneggiatore assieme al fidato Derek Connolly in un team molto più asciutto di prima) ha aiutato tantissimo. Reduce dal terribile Sette Minuti Dopo Mezzanotte qui Bayona torna sul suo terreno migliore e...