Nella recente ondata di film horror italiani apparsi su piccolo e grande schermo nell’ultimo periodo, Lorenzo Bianchini (Oltre il guado) si conferma voce originale, capace di inseguire un percorso personale con un preciso senso dell’orrore al di fuori delle tendenze più in voga. Con L’angelo dei muri, titolo di chiusura della sezione “Le stanze di Rol” all’interno del 39° Torino Film Festival, approda da una produzione indipendente a una più mainstream, e il risultato è davvero notevole.

Un lungo movimento di macchina ci introduce in un’abitazione dove un uomo anziano vive solo: il buio predomina, dall’esterno risuona il forte vento di Trieste e dall’interno sinistri scricchiolii. Lo seguiamo nella sua quotidianità, regolare e solitaria, che viene interrotta da un’ordinanza di sfratto. L’uomo però non vuole andarsene e mette a punto una strategia per continuare a vivere segretamente dentro casa: un muro in fondo al lungo corridoio dell’appartamento, un vero e proprio ...