La recensione di My Sunshine, il film di Hiroshi Okuyama presentato a Cannes 77 nella sezione Un certain regard.

A soli 28 anni e al suo secondo film Hiroshi Okuyama è un regista che potrebbe andare in molte direzioni. Nel peggiore dei casi vincerà la vena paraventa che a tratti emerge in questo My Sunshine, dovuta a uno stile ancora acerbo che tende ad affidarsi alle soluzioni più “testate” del cinema sentimentale: un bambino protagonista adorabilmente impacciato, un montaggio musicale un po’ ovvio, una trama pedagogica che vira prevedibilmente verso una svolta alla L’attimo fuggente – non sono tanto errori, quanto scorciatoie di chi ancora non padroneggia appieno la materia, e quindi non ha la sicurezza di osare; nel migliore dei casi si confermerà (e raffinerà) la gentilezza di tocco di questo doppio sguardo, adulto e infantile, sull’infanzia, le sue promesse e le sue trappole. Che quando funziona convince e commuove.

D’estate Takuya gioca ...