La nostra recensione di Oltre l’universo, disponibile dal 27 ottobre su Netflix

È una produzione brasiliana, ma non c’è nulla che lo contraddistingua da un film americano del sottogenere “amore e malattia” con protagonisti due giovani. Poche le inquadrature in esterni o di paesaggi, per evitare di localizzare le vicende e renderle più universali possibile, in un trionfo dei sentimenti. Perché, si sa, in queste storie l’amore vince sempre. Semplice messaggio come lo è in generale Oltre l’universo, che si appoggia a schemi consolidati, senza proporre non diciamo uno scarto, ma nemmeno un minimo di vitalità.

Il film diretto da Diego Freitas ha come protagonista Nina, giovane pianista con grandi ambizioni che vede i suoi sogni dissolversi tra una sessione di dialisi e l’altra in attesa di un trapianto di reni. Mentre suona in una stazione incrocia per caso Gabriel, impacciato ma tenace, e ovviamente irresistibile. Scoprirà presto che è un medico s...