Sin dal suo annuncio, Resident Evil: L’isola della morte ha suscitato negli amanti della saga Capcom sentimenti contrastanti. Da un lato c’era senza dubbio la curiosità di vedere un film in computer grafica con i principali protagonisti della serie uniti per la prima volta per far fronte a una minaccia comune. Dall’altro, però, c’era la paura che si trattasse di un’opera di mero fanservice, privo di particolari guizzi creativi. Una paura sensata, vista la scadente qualità di Resident Evil: Infinite Darkness, miniserie pubblicata su Netflix nel luglio del 2021.

Come le tre precedenti pellicole della serie (Degeneration, Damnation e Vendetta), anche L’isola della morte si presenta come un prodotto “canon friendly”. Con questa definizione, Capcom può scegliere gli elementi narrativi da considerare “canonici”, dimenticandosi invece di tutto ciò che reputa dannoso per la saga. Una mossa furba, ma che colloca questa quadrilogia in una sorta di limbo. Troppo specifica per il pubblico più cas...