La recensione di The Matchmaker, disponibile su Netflix dal 27 aprile

The Matchmaker di Abdulmohsen Aldhabaan è esattamente quel tipo di film vagamente autoriale che pensa di essere molto più figo di quello che in realtà è e che, peccato mortale, pensa di essere femminista quando non fa altro che reiterare un maschilismo e una pochezza di pensiero agghiaccianti.

L’intento di The Matchmaker è quello di fare un’allegoria contemporanea sulla subordinazione femminile, l’oggettificazione della donne, le violenze sessuali: temi già di per sé complessi e che mettono in crisi anche i più grandi autori. Con l’ingenuità di chi in cuor suo pensa di fare bene, The Matchmaker è un inutile giro di eventi (pochi) e parole (ancora meno) che alla fine di una trama sgangherata e mal scritta riesce infine a dire solo un’estrema banalità: bisogna perdonare tutti gli uomini, perché alcuni sono buoni.

Il film è ambientato in un non meglio identificato paese medio-orientale e il protagonista è un triste tec...