Non è vero che i Razzie Award sono gli anti-Oscar. Così come non è vero che questi premi servono per sbeffeggiare i peggiori prodotti cinematografici dell’anno. Perché fondamentalmente il ruolo (segreto) di queste “pernacchie d’oro” e quella di permettere agli appassionati del trash di scoprire alcune orribili pellicole imperdibili. Un proposito non dichiarato, ma chiunque abbia frequentato le peggiori visioni offerte dall’industria hollywoodiana sa che la cerimonia è una fonte inesauribile di “perle”.

Quest’anno, ad esempio, Bruce Willis ha dominato le candidature ottenendo una categoria tutta per sé intitolata Peggiore interpretazione di Bruce Willis in un film del 2021. Si è scoperto così che l’attore ha preso parte in un anno a ben otto film uno più brutto dell’altro… che non ha visto nessuno. Invece, grazie a questo trionfo alla rovescia siamo sicuri che qualcuno tra i nostri “venticinque lettori” avrà cercato almeno uno dei titoli (che trovate nell’articolo linkato qui sopra) e magari se lo guarderà anche.

Questi assurdi premi sono nati quasi per caso. I fondatori sono Mo Murphy e John Wilson, due amici che lavoravano nel mondo della pubblicità e della comunicazione. Sfruttavano gli Academy Award come occasione per passare del tempo insieme festeggiando. Ognuno portava qualcosa da mangiare, si vedevano la televisione e improvvisavano un intrattenimento casalingo.

Alla fine la noia, che faceva da padrona, ha stimolato la creatività facendo nascere una contro cerimonia. Mentre lo star system celebrava se stesso con sperticate lodi e Hollywood metteva in bella mostra i propri successi, nell’ abitazione di Culver City, California, si premiava Can’t Stop the Music diretto da Nancy Walker. Robert Greenwald si aggiudicava invece l’onorificenza come peggior regista per Xanadu.

Quell’anno fu candidato anche Stanley Kubrick per The Shining. Solo una delle tante candidature azzardate che costelleranno di polemiche la storia dei Razzie Award. 

John Wilson ebbe l’idea dei Razzie Award proprio dopo la proiezione, in un cinema di seconda visione, uno in seguito all’altro, dei due film che ha deciso di premiare. Can’t Stop the Music Xanadu erano così brutti che chiese il rimborso. Glielo rifiutarono e si stizzì.

Negli anni precedenti aveva lavorato per un’azienda di promozione cinematografica che aveva sponsorizzato un festival cinematografico. Come organizzatore si era dovuto vedere circa 250 film per scegliere quali ammettere al concorso. Ben pochi erano di qualità. Sfiancato dai due film che aveva appena visto e dai molti con cui aveva trascorso gli ultimi mesi, Wilson tornò a casa in macchina riflettendo sul peggio che il cinema aveva da offrire.

Perché non usare proprio quelle schifezze per intrattenere le persone durante il ritrovo per la notte degli Oscar? Costruì così un piccolo palco e fece una contro cerimonia per celebrare proprio le pellicole che l’avevano torturato nei mesi precedenti. Come lui stesso ha raccontato il successo fu tale che l’anno successivo fece un comunicato stampa per annunciare le candidature. Data l’alta “notizibilità” l’idea circolò alla svelta. Il quarto anno la CNN diede pieno risalto alla cerimonia. 

Consapevoli di non poter competere con gli Oscars, spostarono i Razzie Award alla sera prima, proprio quando la stampa è in attesa di notizie e curiosità. Fu la scelta vincente per dare ampia diffusione. Più la gente veniva a conoscenza dei premi, più la cerimonia diventava ambiziosa. Anche Hollywood si era accorta di quello che stava succedendo.

Nella storia dei Razzie Award ci sono state più diserzioni che discorsi di accettazione del premio. Il più delle volte nessuno dei nominati si è presentato a ritirare la poco ambita statuetta. Wilson promuove infatti ciò che l’industria vuole nascondere. Ci sono state però eccezioni autoironiche. Come Halle Berry, che arrivò a sorpresa a ritirare il suo Razzie per Catwoman. Salì sul palco con in mano l’Oscar vinto e nell’altra il suo nuovo trofeo. Fece una parodia del suo discorso degli Academy Award. Per la prima volta qualcuno aveva ribaltato l’imbarazzo della situazione entrando nella storia dei premi.

 

Gli ideatori sono orgogliosi della loro invenzione, nonostante abbiano attirato molte critiche negli anni. Indiewire nel 2015 si è scagliato contro di loro con un articolo in cui evidenziava una grossa falla nel processo di assegnazione: i giurati non sono infatti obbligati a vedere i film in concorso.

Si scrive infatti: “se tutti i 750 giurati avessero pagato per vedere Atlas Shrugged 3, avrebbe fatto ben più dei suoi 850,000 $ al box office”. Così non è stato. Per poter votare bisogna iscriversi pagando una quota che tocca i 500$, ma che non attesta certo l’autorevolezza e la cultura cinematografica. Un gruppo di persone accusato di voler solo attenzione, insultando qualche star, senza però prendere mai di mira i piccoli film indipendenti veramente orribili, ma sempre i flop più grandi e facilmente attaccabili senza risultare antipatici.

Wilson non è però d’accordo. Anzi, si prende il merito per avere dato una spinta importante a certe pellicole. Ad esempio si vanta che uno dei molti sceneggiatori di Catwoman partecipò ai Razzie e li ringraziò per avere contribuito ad aumentare le vendite del DVD.

Non solo: a volte stroncare una carriera ha aiutato le persone a trovare la loro strada.

Mi piace pensare che possiamo prenderci il merito per alcuni attori che hanno vinto un Razzie Award e non si sono più esibiti sullo schermo. Sofia Coppola ha ricevuto il maggior numero di voti di sempre per Il Padrino: Parte III e non è più apparsa in un altro film. Invece ha iniziato a scrivere e dirigere e ha vinto un Oscar per Lost in Translation. 

E voi cosa ne pensate dei Razzie Award? Fatecelo sapere nei commenti!

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