Jonathan Nolan sembra la versione opposta del fratello. Ha lasciato da parte l’aplomb inglese dopo essersi trasferito da piccolo a Chicago. Ha valutato che quell’accento suonava meglio e l’ha fatto suo. È più noto come un nome sui titoli di coda che come un volto. Un po’ perché il suo aspetto è cambiato drasticamente negli anni, un po’ perché, come da lui stesso ammesso, non ama stare sotto i riflettori, preferisce lavorare dietro le quinte. 

E proprio in questo lavoro dietro le quinte lui è riuscito dove molti altri sarebbero impazziti. Ovvero stare dietro la scia del fratello maggiore Christopher, il nome più ingombrante che ci sia attualmente ad Hollywood, e provare a creare una propria strada. Immaginatevi di avere 20 anni e scrivere un racconto intitolato Memento Mori, di raccontarlo durante un viaggio con il fratello cineasta e che questo diventi uno dei film più influenti di inizio millennio: Memento, appunto. Solo che la fama ha spazio per una persona alla volta, così il suo talento di scrittura è rimasto a lungo noto solo ai più attenti. Gli è comunque andata bene, il suo racconto è stato poi pubblicato proprio grazie al film e la sua carriera è partita proprio sui set affidati all’altro Nolan, prima come ghost writer poi come sceneggiatore accreditato. 

È pensiero comune che Jonathan debba moltissimo a Christopher. In realtà non avremmo avuto molti dei film più amati senza l’apporto del più piccolo dei Nolan. Il nerd.

La passione per le auto e per la fantascienza

In un’altra vita sarei stato un mediocre ingegneresostiene Jonathan. C’è la passione e c’è il talento. Una grande passione non ti fa diventare uno scienziato. Il talento sì. La sconfinata passione per la fantascienza, e una buona mente per la scienza, l’hanno reso uno dei pochi sceneggiatori in grado di lavorare (insieme al fratello) sui concetti del fisico teorico Kip Thorne per l’accurata trama di Interstellar. Di fondere la passione per i generi narrativi popolari come la fantascienza o il cinecomic, con la precisione e la serietà che siamo abituati a conoscere. Un nerd della sceneggiatura, che studia, capisce e cerca di semplificare intricati concetti.

The Prestige, sempre co-sceneggiato, è un film che fa trasparire la sua passione per la meccanica e per l’avanzamento tecnologico e le deviazioni scientifiche dalla realtà. Dentro ci sono entrambi i Nolan: quello che ha la il focus sulla struttura narrativa, che prova a sviscerare e ricomporre la struttura del racconto, e quello più propenso al world building e alle emozioni dei personaggi. 

Jonathan Nolan e Batman

La passione di Jonathan per il Joker ha convinto Christopher a infrangere la regola di non fare sequel. Mentre il fratello entrava nella produzione de Il cavaliere oscuro, lui scriveva alcuni episodi per la serie animata Batman: Il cavaliere di Gotham. È sua la passione genuina per quei fumetti che scandagliava alla ricerca di un’idea originale da presentare come sceneggiatura. 

Senza di lui il passaggio del regista dalle produzioni arthouse alla vera rivoluzione, ovvero dimostrare che anche il blockbuster può essere d’autore, non sarebbe avvenuta così. Non ci sono prove video, ma osservando il percorso artistico di entrambi viene da pensare che ogni tanto l’elegante inglese sia stato tirato per la giacca dal fratello di Chicago per girare qualcosa di personale, ma anche senza aver paura di toccare la materia popolare.

Lo si capisce anche dall’approccio che ha con i fan. Non ha social media, Jonathan, ma dice che gli piace Reddit perché si possono downvotare le persone e discutere solo con quelle che vogliono contribuire alla discussione. Per questo durante le stagioni di Westworld ha voluto giocare con le teorie che si generavano online, andando a leggerle e facendole interagire con la sceneggiatura. Si è divertito un mondo.

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La serialità è la sua zona di comfort

Essere Jonathan Nolan significa anche doversi trovare una zona d’azione dove potersi muovere liberamente. L’ha fatto con la serialità televisiva, spazio non calcato dal fratello maggiore. Person of Interest l’ha fatto lavorare con J. J. Abrams, a quel tempo al massimo assoluto della sua popolarità. 

La forma lunga e seriale è uno spazio in cui si può lasciare andare con dettagli, enigmi e intrecci fantascientifici. Da Westworld a Fallout, passando per Batman e Interstellar, Jonathan si è rivelato come uno sceneggiatore nerd. Uno che studia e si ossessiona con la materia di cui scrive: fumetti, videogiochi, film cult. Un autore che non rivendica l’originalità su tutta la linea. Che può cioè lavorare con proprietà intellettuali già stabilite e trovare comunque la sua voce. Christopher fa più fatica a fare questo. 

È così che i fratelli Nolan quando lavoravano insieme riuscivano a bilanciare l’innovazione strutturale con un approccio popolare. Si sono serviti a vicenda per bilanciarsi e parlare al proprio pubblico senza snaturarsi. Ora che il loro mestiere si è consolidato e hanno potuto procedere per binari paralleli sono riusciti ad ampliare lo spettro delle produzioni andando a raccontare anche cose simili, come l’apocalisse nucleare, in maniere radicalmente diverse. 

Grazie a questi passi ben pensati e alla sua bravura, suo nome non è più nascosto dietro un artista più grande, ma identifica un percorso di carriera ben preciso, autonomo e con una propria base di fan. 

Jonathan inoltre lavora spesso con la moglie Lisa Joy. Christopher ha un sodalizio produttivo vincente con la moglie Emma Thomas. La storia farà uscire dall’ombra anche loro?

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