Alla fine di una lunga attesa sta per arrivare su Netflix l’attesissimo film di Rian Johnson. Glass Onion – Knives Out ha la struttura di una cipolla. Va pelato strato dopo strato per arrivare al punto. Ne ha così tanti che sembra non finire mai con un colpo di scena praticamente ogni 15 minuti. Come ogni gioco di società, anche questa cena con delitto si gode di più se si conoscono bene le regole e qualche piccolo trucco. Così, senza spoiler, vogliamo indicare cinque elementi del film da tenere ben presente che siamo sicuri possano aumentare l’esperienza di visione.

L’ultima apparizione di Angela Lansbury

Parliamoci chiaro: dire che Glass Onion abbia delle easter egg è dir poco. L’intero film è un carosello di riferimenti, sorprese e indizi disseminati qua e là. Ci si metterebbe di più a descrivere tutti gli oggetti degni di nota e le comparse che a vederlo nella sua intera durata.

Ci sono però due brevi comparse che meritano particolare attenzione. Già note ben prima dell’uscita del film, vanno sottolineate per il loro valore affettivo. Sono le ultime apparizioni sullo schermo di Angela Lansbury in cui l’attrice interpreta se stessa e quella di Stephen Sondheim, il grande compositore e paroliere scomparso nel novembre del 2021. Due piccoli congedi con il proprio pubblico che stringono il cuore. 

glass onion

Un giro di nomi… famosi

Prestate attenzione anche a quanti nomi vengono lanciati nei dialoghi. Ci sono tantissime comparse, oltre alle due che vi abbiamo già segnalato (le altre, non trapelate durante la campagna di marketing, è ancora presto per citarle. Ne riparleremo fuori dalla spoiler zone).

Tante altre celebrità compaiono però solamente per nome. Qualcuno ha una funzione nella trama, altre servono per radicare con una battuta questo thriller dal tono futuristico e surreale nel mondo moderno. Ci sono anche riferimenti diretti all’attualità con uno dei tanti cameo che regala un’esilarante scena. Non perdetelo!

In particolare una gag ricorrente è quella degli attori famosi… che hanno delle aziende proprie con cui producono e vendono oggetti. Ogni volta che vengono menzionati i loro nomi sono legati a dei prodotti con cui cercano di fare soldi. L’effetto che si crea è quello di ricchi che parlano ad altri ricchi di gente che cerca di avere ancora più denaro. Tra le molte citazioni c’è però una che è bene tenere d’occhio per come viene usata dalla regia per portare avanti l’intrigo. 

Guardando Glass Onion sentirete molte volte citare:

Hard Kombucha 

Importantissima per lo sviluppo di un personaggio è il Kombucha prodotto da Jared Leto (!) nella versione Hard. Ovvero alcolica. Il tè Kombucha viene ottenuto dalla fermentazione del tè zuccherato attraverso una coltura di lieviti e batteri. Una bevanda dalla tradizione antica rinomata per i suoi effetti benefici e depurativi. Sebbene solo leggermente alcolico, è proprio per via di qualche bevuta di troppo che un personaggio nel film trova la sua forza.

L’idea brillante nella sceneggiatura è proprio di cambiare gli equilibri tra i personaggi grazie a quella che inizialmente sembra solo una battuta. Il prodotto di Jared Leto diventa una sorta di facilitatore narrativo. L’attore, nella realtà, è particolarmente propenso a investire i soldi nelle aziende. Quest’anno ha lanciato un suo marchio, Twentynine Palms, dedicato però al lifestyle e alla cura della pelle. 

glass onion hahn hudson

Non bisogna essere bravi a Cluedo per essere bravi investigatori

Il filo conduttore della saga di Knives Out è certamente Benoit Blanc, ma è anche il Cluedo. Il classico gioco da tavolo riproduce la struttura alla base dei film. Tanti personaggi, un omicidio, un’unità di luogo e un’indagine che non si limita a scoprire l’assassino ma anche il movente (e la stanza in cui è avvenuto). Si può giocare in molti modi, anche in una creativa versione dal vivo.

Citato da Knives Out, Cluedo è un gioco che – apparentemente – appassiona il ricco Miles Bron. Ha invitato i suoi amici a una cena con delitto in piena regola. Per finta, ovviamente. A questo gruppo si unisce anche il detective Blanc. Pensare al film come a una partita di Cluedo è fondamentale. Uno che dovrebbe essere bravissimo al gioco ma che, come scopriamo nella storia, in realtà non è per nulla bravo nei giochi che simulano investigazioni. Ma riesce a capire sempre tutto al primo (o secondo) colpo. Non come noi spettatori che invece prima di capire dobbiamo…

Vedere i fatti due, quattro, sei volte 

Glass Onion – Knives Out ha la struttura di un giallo e la spettacolarità di un blockbuster. Un film da popcorn, ma non troppo. Perché richiede una concentrazione tale che sgranocchiando si rischia di perdersi qualche passaggio fondamentale per risolvere il ministero insieme a Benoit Blanc. Però Rian Johnson ha lavorato su una storia che si presta benissimo a essere vista in streaming su Netflix: il fatto di poter vedere e rivedere (e magari cercare in internet i riferimenti) è fondamentale per il divertimento. Così tanto che, alla seconda visione, sapendo già come andrà a finire, ci si può divertire ancora di più a collegare i punti e a verificare le piste vere e quelle false. 

All’interno del film stesso capita di ritornare indietro sui propri passi e rivedere dei momenti chiave. Ci sono tante prospettive su uno stesso delitto, tutte intrecciate tra di loro. Per avere una panoramica completa sono necessarie più visioni e potrebbe essere una buona occasione rispolverare il controverso tasto di regolazione della velocità. In Glass Onion ci sono delle parti che non è necessario memorizzare, su cui passare velocemente, e altre da analizzare nel minimo dettaglio rallentando i fotogrammi. Saprete individuare quali al primo colpo?

Quanto attendete Glass Onion? Fatecelo sapere nei commenti!

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