Gli ultimi anni di James Gunn potrebbero benissimo essere la sceneggiatura di un film di James Gunn. Un uomo partito nell’anonimato dei film a basso budget. La sua carriera esplode con i Guardiani della Galassia. Un successo globale che lo proietta in cima a Hollywood per poi farlo cadere di colpo poco dopo. La vicenda è nota: dei vecchi tweet dal contenuto a dir poco discutibile ripescati e dati in pasto all’opinione pubblica. Il rapido licenziamento della Disney. Mesi di silenzio in cui la carriera del regista sembrava finita per sempre. E poi l’arrivo della “rivale” Warner, con una nuova proposta: dirigere un film, qualsiasi film, con totale carta bianca. Arriva così The Suicide Squad. Un ritorno alla regia con un valore morale che supera quello del semplice film: è una rinascita, una rara seconda possibilità concessa dall’industria.

Ora James Gunn è ritornato anche nella squadra Marvel. Suo sarà l’attesissimo volume tre dei Guardiani della Galassia preceduto da un curioso Holiday Special. E poi, forse, sarà la fine del suo rapporto con la casa delle idee, come ha più volte detto. Ma come sarà il ritorno al “primo amore”? Ne accennavamo già qualche giorno fa.

Il regista non ha mai esitato a prendersi la colpa del licenziamento non risparmiandosi scuse e “mea culpa”. È da poco entrata nel vivo la promozione di The Suicide Squad e il regista è tornato a concedere interviste. In particolare, nei giorni scorsi, abbiamo riportato un lungo dialogo a cuore aperto con il New York Times. James Gunn ha raccontato quei giorni di grande dolore e sgomento, riportando in particolare la chiamata di Kevin Feige. Dalle parole traspare un grande affetto e stima tra i due tanto che persino il presidente dei Marvel Studios viene raccontato come sotto shock dalla notizia.

Ho chiamato Kevin Feige la mattinata in cui stava accadendo il tutto, gli chiesi “È una roba grave?” e lui “Non lo so”. Fu un momento spiazzante. Gli chiesi “Come non lo sai?”. Ero davvero sorpreso dalla cosa. Poi più tardi mi ha richiamato – ed era lui stesso in stato di shock – per dirmi quello che gli alti papaveri avevano deciso.

In Warner, che aspettava alla porta aprendogli ogni via, invece il regista ha trovato una disponibilità assoluta. A differenza di quello che è accaduto con il Suicide Squad di David Ayer, questa nuova versione della squadra non ha avuto limiti o imposizioni. 

Sempre nella chiacchierata sopra citata, Gunn ha spiegato di avere avuto totale libertà sia sul rating che sul tipo di film da fare. Toby Emmerich (chairman della Warner Bros.), ad esempio, insisteva per fargli fare un film su Superman. Il personaggio, insieme a Batman, è così importante per la DC che una proposta del genere assomiglia molto a una consegna delle chiavi dell’auto già piena di benzina. “Guida tu, James”. 

Gunn invece scelse dei personaggi più nelle sue corde: gli antieroi, i supercriminali in cerca (mica tanto) di redenzione. 

In quel tempo mi sono detto che non potevo impegnarmi in qualcosa. Dovevo fare i conti con me stesso. Dovevo fare un passo indietro. Perciò ho valutato i diversi progetti su cui avrei potuto lavorare e, per un mese, ogni giorno, ho lavorato su qualcosa di diverso. Volevo davvero essere sicuro che qualunque cosa stavo per scrivere sarebbe stata una grande storia, e se avesse funzionato e me la fossi sentita di dirigere, avrei potuto farlo. Suicide Squad è stato il film che ha preso vita immediatamente.

A quanto pare con grande piacere della Warner. Alla domanda: “Cosa devo tenere del precedente film?Lo studio rispose: “Nulla. Ci piacerebbe tanto se ci fosse Margot, ma non è un obbligo. Puoi anche scegliere personaggi tutti nuovi o gli stessi”. 

Scrivere Harley Quinn è stata un’esperienza nuova e stimolante per lo sceneggiatore: “per gran parte della mia carriera ho scritto personaggi che esistono nei fumetti, ma non erano personalità ben definite. Ho dovuto creargli la loro personalità cinematografica”. Harley invece appartiene alla schiera di icone come Batman, Superman, Spider-Man e Captain America ben radicate nella cultura popolare. Scriverla, dice Gunn, è stato però una sorpresa. È andata dove voleva lei, dove l’ha portata la sua natura caotica.

E allora, con tutte queste dichiarazioni entusiastiche e un film promosso dalle prime reazioni della critica, non resta che chiedersi quale sarà il futuro del regista.

Sicuramente non ha intenzione di ritornare al cinema a basso budget:

Francamente amo i giocattoli, le esplosioni e le cineprese. Amo lavorare su un grande campo da gioco. Se ci fosse un qualcosa di più piccolo e intimo che volessi fare lo farei. Ora come ora voglio solo fare un pisolino. Ma ho ancora un altro lungometraggio da fare prima. 

Con che spirito ritornerà alla Marvel non è dato saperlo. Possiamo però intuire che non sarà semplice. Gunn ha trovato uno studio che ha creduto in lui mentre tutto sembrava crollare. Ha subìto e sofferto un licenziamento drastico, e ora viene richiamato a completare il lavoro bruscamente interrotto. A meno di sorprese infatti la sceneggiatura di Guardiani della Galassia 3 sarà quella scritta ben prima che tutto questo accadesse. Il film è stato posticipato anche a causa del Covid, creando un buco notevole tra il lontano 2017 del Volume 2 e il 2023 quando è atteso il finale della trilogia. Per forza di cose l’hype si è un po’ raffreddato.

In questa prospettiva ha un maggior senso anche l’Holiday Special. Un prodotto “a bassa pressione”, che può servire per riprendere la mano e l’affetto verso quei personaggi. Sempre che il regista, che dice di essere cambiato così tanto in questi anni, riuscirà a sentire ancora sua la storia che percepiamo come scritta una vita fa.

Chi spera che James Gunn riesca a tenere i piedi nelle due scarpe Marvel e DC vestendo alla perfezione entrambe, ha di che ben sperare però. L’imminente serie dedicata a The Pacemaker (DC) promette di essere ancora più folle e personale di The Suicide Squad e il richiamo della Casa delle Idee ci viene ancora raccontato da Gunn come un dolce suono.

Il regista ha trovato in passato una grande solidarietà negli attori e nei compagni di avventura durante gli anni difficili. Molti si sono spesi in prima persona rischiando tanto in termini di reputazione. Sarà quindi come tornare in famiglia, dice:

Non vedo l’ora di trovare la gang della Marvel ancora. Quelle persone sono la mia famiglia. È così diverso dalle persone su Twitter. Tutti sono significativamente più gentili.

Lo speriamo tutti.

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