L’8 marzo del 1991 arrivava sugli schermi italiani Misery non deve morire.

Negli Stati Uniti il film venne promosso con l’avvicinarsi del Natale e proiettato il 30 novembre. Una delle tagline sulla locandina era proprio “questo Natale ci sarà… Misery” con il chiaro gioco di parole con il nome dell’ antagonista e il significato inglese di “infelicità, sofferenza”. In Italia la distribuzione scelse come data di apertura quella che al tempo non veniva ancora propriamente chiamata Giornata internazionale della donna, ma festa della donna, dimostrando uno spiccato senso per il marketing e… di non avere capito nulla del film.

Una donna innamorata sequestra un uomo che ammira alla follia, Una storia d’amore ossessivo? No, Misery non deve morire è tutt’altro. Non è un film di uomini, di donne, di romanzi rosa, di innamoramenti, e nemmeno di follia.

È lo specchio del processo creativo, del tormento interiore. Reiner non vede Annie Wilkes (Kathy Bates) come una folle distante dallo scritto...