Rubrica a cura di ColinMckenzie

Se c'è una cosa che mi è sempre sembrata evidente da parte della critica americana, è un senso di inferiorità rispetto alle pellicole europee. Capita infatti spesso di leggere dei peana improbabili nei confronti di titoli che noi abbiamo trattato con sufficienza, in particolare quelli che sembrano avere dei contenuti 'profondi' e che si differenziano molto dai blockbuster in voga a Hollywood.

L'idea è anche comprensibile e (in parte) giusta: si cerca di difendere un cinema più piccolo e differente da quello ultracommerciale che ci viene propinato nei multiplex. Il problema è che talvolta si esagera nel sostenere film che sono pretenziosi e presuntuosi. L'esempio maggiore mi sembra quello di Danny Boyle (lo avesse fatto un americano un film come The Millionaire, probabilmente sarebbe stato massacrato per la 'visione hollywoodiana' della situazione in India), ma se penso a un re...