Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna uscì nei cinema italiani il 5 settembre 2003. Oggi lo trovate su Disney+.

Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, il primo capitolo di un lungo e fruttuoso franchise, è ormai diventato un classico. Succede quando passano vent’anni dalla sua uscita: se volete sentirvi vecchi questo è il momento giusto. È un classico anche perché fu un successo clamoroso, diede il via a una serie tra le più ricche di sempre, immortalò Johnny Depp in uno dei suoi ruoli più iconici e memati… È impossibile, anche dopo vent’anni, trovare qualcosa di male da dire sul film di Gore Verbinski, e infatti non siamo qui per questo, ma per festeggiare il compleanno di quella volta che quasi catturammo il capitano Jack Sparrow con venti pensieri estemporanei che abbiamo fatto durante una nuova, ennesima visione.

1. Se quando avete letto il titolo non avete canticchiato il tema principale della colonna sonora, o non avete mai visto il film oppure mentite. Ora provate a canticchiare una qualsiasi colonna sonora di un film Disney degli ultimi anni: buona fortuna. Pensate a questa, a tutti gli Harry Potter, al Signore degli anelli: ultimamente, Hollywood ha un problema con le colonne sonore, ma questo è un discorso lungo da affrontare a parte.

2. Abbiamo perso l’occasione per il film su Monkey Island, con Orlando Bloom nei panni di Guybrush e Keira Knightley in quelli di Elaine – un rimpianto che si fa ancora più acuto alla luce del recentissimo Return to Monkey Island. O forse l’abbiamo già avuto ed è La maledizione della prima luna.

La maledizione della prima luna Barbossa

3. Non è vero che la CGI invecchia per forza. È (anche) questione di saperla usare, di saper sfruttare in particolare luci e ombre per coprire i limiti. La maledizione della prima luna è un film di vent’anni fa, ma a livello di effettistica regge ancora alla grande il colpo.

4. Lo stesso vale per tutte le scene d’azione: avere i pirati ti permette non solo di mettere in scena grandi duelli di cappa e spada, ma anche di sfruttare funi, corde, leve e carrucole per coreografare sequenze da luna park senza bisogno di dover cancellare i cavi in digitale.

5. Qual era, poi, questa “prima luna”? E della seconda si è saputo mai più nulla? Il titolo italiano resta ancora oggi misterioso.

6. Al contrario, va fatto un applauso alla scelta di tradurre il soprannome di William Turner, “Bootstrap” (letteralmente i tiranti per indossare più facilmente gli stivali), in “Sputafuoco”, il cui impatto è senza dubbio superiore.

7. Orlando Bloom è infinitamente più efficace come Bill Turner che come Legolas. Ha la faccia giusta e la sua espressione sempre un po’ basita qui lo aiuta perché è in sintonia con il personaggio, invece di renderlo un meme come succedeva a volte nei momenti più intensi della trilogia di Jackson.

Elizabeth

8. Zoë Saldaña non era ancora famosa, eppure non fa alcuna fatica a farsi notare, nonostante abbia un ruolo tutto sommato piccino. Nonostante questo, Hollywood ci mise sei anni a notarla per davvero.

9. Il modo migliore per far funzionare un film del genere è popolarlo di gente che sa come prendersi terribilmente sul serio. Geoffrey Rush, Jack Davenport, Kevin McNally non sono i protagonisti, ma sono essenziali per rendere credibile un’ambientazione così assurda e cartoonesca.

10. La maledizione della prima luna ha fatto scuola ma non ha fatto figli. Non ha lanciato una vera e propria moda dei pirati, che di fatto non sono mai passati di moda; diciamo che ha timidamente convinto qualcuno a fare qualcosa di più sul tema, ma non esistono veri cloni o tentativi di imitazione.

11. Perché proprio 882 pezzi d’oro? Perché non 745, 901 o 143? Ci aspettavamo di trovare infinite teorie numerologiche che provassero a spiegare questa scelta, in realtà non abbiamo trovato proprio nulla. Che delusione, Internet.

12. Con chi si allenava tre ore al giorno Will Turner per essere diventato così bravo con la spada? Di certo non con un manichino, a meno che non si trattasse di un manichino animato con la magia e addestrato a combattere come i migliori pirati dei Caraibi.

13. Come mai, se Elizabeth ha preso una moneta d’oro azteca a Will senza il suo permesso (gliel’ha quindi rubata), non si è beccata anche lei la maledizione? Su questo argomento invece Internet si è espressa, e di fatto si esprime anche Barbossa nel film: la maledizione ti colpisce solo se rubi una moneta dal suo forziere originale. Una volta che sono in giro per il mondo sono innocue.

Pirati

14. Perché negli otto anni che trascorrono dall’arrivo di Will a quello di Jack Sparrow Elizabeth invecchia di almeno dieci anni mentre Norrington rimane uguale a sé stesso? Il tempo non è lineare a Port Royal.

15. La maledizione della prima luna era molto moderno nel suo durare un po’ troppo. Due ore e mezza che al tempo lo rendevano una maratona, mentre oggi ci sembrano tutto sommato normali. Si potrebbe obiettare che è difficile creare vera epica in un’ora e mezza e che certe storie necessitano di più tempo. Siamo d’accordo.

16. Pur essendo un’avventura Disney per tutta la famiglia (o quasi), il film è indiscutibilmente di Verbinski, soprattutto ogni volta che gli è permesso giocare con l’acqua, il buio o tutte e due le cose insieme.

17. La maledizione della prima luna non vinse neanche un Oscar, ignorato nelle categorie “che contano” e solo nominato in quelle tecniche, dove ebbe la sfiga di condividere la scena con Il ritorno del re. Ci chiediamo con curiosità che figura farebbe se uscisse oggi.

18. “Comprende?” >>> “Savvy?”

19. C’è più Sam Raimi in certe sequenze con i pirati non morti che in molti film prodotti da Raimi negli ultimi anni.

20. C’è una parola che non si usa spesso, e che si tende a pronunciare con molta prudenza,  soprattutto quando si parla di film che hanno meno di cinquant’anni e una lunga storia critica alle spalle. È la parola con la C, che secondo noi si applica a La maledizione della prima luna.

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