Ora che sono passati tre anni dall’uscita e si comincia a parlare di un imminente (?) secondo capitolo possiamo riguardare a Tomb Raider e ammettere senza vergogna che il film di Roar Uthaug era condannato in partenza, e non avrebbe mai soddisfatto abbastanza gente contemporaneamente da venire promosso. C’erano troppi interessi contrastanti: chi avrebbe voluto una trasposizione 1:1 della versione giocabile e chi invece crede che i film tratti da videogiochi vadano scritti cercando di staccarsi il più possibile dalla fonte; il fandom di Alicia Vikander contro il fandom di Angelina Jolie; chi sognava un film violento e disperato come il gioco del 2013 da cui era tratto e chi sognava di poterci portare i figli per una bella serata in famiglia. L’unica speranza per Tomb Raider era quella di azzeccare abbastanza elementi da meritarsi un sequel, nel quale eventualmente preoccuparsi di fare un film e non solo di mettere d’accordo le mille voci del pubblico.
Tomb Raider e la genealogia dell’avventura
Tomb Raider
di Roar Uthaug
15 marzo 2018
Tomb Raider è arrivato su Netflix
Di sicuro Tomb Raider un elemento lo azzecca in pieno: Alicia Vikander è una Lara Croft migliore di quello che sia mai stata Angelina Jolie
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