Si è parlato più della scena post credit che del film stesso. Ma raccomandiamo comunque prudenza nel proseguire la lettura se non avete ancora visto Venom – La furia di Carnage al cinema e non volete incappare in spoiler.

Il trailer di Spider-Man: No Way Home ci ha permesso una breve occhiata all’incrocio tra realtà che avverrà nel film. Nella scena post credit di Venom – La furia di Carnage un lampo di luce, probabilmente conseguente all’incantesimo pronunciato da Doctor Strange, ha lanciato il simbionte in un nuovo universo: quello dei Marvel Studios. Un colpo di scena che ha fatto sobbalzare sia i fan che gli analisti del mercato. Perché, sebbene ampiamente prevedibile, è frutto di diverse “congiunzioni astrali”.

Venom è un personaggio nato in seno alla Marvel dei fumetti. A seguito di diverse traversie e scambi di diritti, è attualmente detenuto nella sua forma cinematografica dalla Sony insieme ad altri personaggi. Uno di questi era proprio Spider-Man che, con una sinergia tanto incredibile quanto problematica, è stato inserito nel Marvel Cinematic Universe. Stuoli di avvocati, carte e contratti hanno permesso al personaggio di assumere una forma ibrida. Una sorta di concessione limitata della Sony ai Marvel Studios per sfruttare il personaggio nell’MCU.

Qualche tempo fa i rapporti tra le parti sembravano giunti ad uno stallo con il destino del personaggio sospeso nel cliffhanger di Far From Home. Dato il successo globale del film i due studi sono tornati a contrattare trovando una soluzione. I nuovi termini dell’accordo non sono noti, se non in qualche dettaglio. Sappiamo che Disney finanzia il 25% del budget del terzo film solitario ricevendo in cambio il 25% degli incassi, mentre la Sony continuerà a ricevere una commissione per la distribuzione. È chiaro però che, probabilmente, una delle clausole riguardava proprio l’inserimento di Venom nel nuovo universo narrativo.

Ma è stata la Sony a insistere o è stata un’idea di Kevin Feige? Non abbiamo attualmente una risposta, ma possiamo valutare quello che è avvenuto analizzandone le conseguenze sulle rispettive case. Tra le due, infatti, solo una aveva bisogno di questo colpo di scena: la Sony.

Messo da parte l’entusiasmo per una formazione di personaggi sempre più unita, viene quindi da chiedersi se convenga veramente all’MCU adottare Venom. Questo Venom.

 

venom carnage

 

Per prima cosa c’è un grosso problema di coerenza qualitativa. La strada che ha condotto ad Avengers ha regalato storie di origini dalla qualità altalenante. I Marvel Studios non sono immuni da film meno riusciti, affiancati ad altri ben più brillanti. Tutti però hanno avuto il merito di funzionare come tasselli di un universo più grande. Persino il bistrattato Thor: The Dark World è diventato un passaggio essenziale di Avengers: Endgame.

Anche nelle opere più deboli c’era uno sviluppo lineare ben preciso. Il collante delle gemme dell’infinito fu importante per dare la sensazione che ogni capitolo fosse necessario e funzionale a una storia più grande. Con Venom quest’alibi cade. Non è un buon film per molte ragioni: un arco narrativo del protagonista poco efficace, una discutibile caratterizzazione del simbionte come un simpaticone reietto dal suo pianeta. I suoi due capitoli sono rapidi, veloci, innocui. Soprattutto sono generici, senza condividere il cuore dei fumetti.

Il Marvel Cinematic Universe, anche fallendo, ha sempre cercato di inserire dei temi, spesso già presenti nella fantasia di Stan Lee. Quasi tutti i film riflettono sulla figura paterna, o più per esteso sulla famiglia. Il potere e la responsabilità innervano l’agire morale di tutti i personaggi. Tutti hanno una grande perdita, fanno i conti con la sconfitta. Le loro azioni non sempre rispecchiano le intenzioni e li rendono pertanto supereroi con superproblemi. Sicurezza, sorveglianza, ecologia, libertà, rapporti geopolitici, sono tematiche parte di una visione del mondo coerente.

Venom invece gioca in un campionato diverso. È più leggero, spensierato; è rapido e senza pretese. Gli manca il respiro, quel passo narrativo che non ha fretta di dire tutto e subito, ma che si prende il giusto tempo espandendosi anche in più film. Aggiungerlo al canone MCU significa rovinare una progressione ben pianificata e coerente. Non è una questione di tono (Thor: Ragnarok è quanto mai distante da Captain America: The Winter Soldier), ma di coerenza nell’interpretazione e nella trasposizione di questi personaggi dai fumetti al live action.

Questo Venom cinematografico è molto lontano da quello su carta: che è inquietante, malvagio, e in grado di passare sia dal livello della strada a quello cosmico. Venom si definisce grazie a Spider-Man, come suo opposto. Lo è anche visivamente. Trova una ragion d’essere come nemesi dell’Uomo Ragno, mentre da solo fatica a “stare in piedi”. Nel film manca tutto questo aspetto. Anzi, parte del carattere del simbionte è simile a quello di Peter Parker quando indossa il costume. Eppure l’MCU ha già un personaggio buono che si arrampica sui muri e fa battutine, e lo fa anche meglio!

Sam Raimi, con tutti i difetti del terzo film, aveva capito meglio la natura del personaggio e soprattutto di Eddie Brock: non un giornalista a testa alta, ma un “vinto” molto più complesso e teso tra il bene e il male. Quando Spider-Man ha fatto il suo esordio in Captain America: Civil War era una versione nuova, pensata e scritta appositamente per incastrarsi bene nel mondo degli Avengers. Questo Venom, che poco assomiglia al simbionte dei Marvel Comics, non è organico alla narrazione. Manca proprio, perdonateci il gioco di parole, la simbiosi con l’affresco di film di cui entra a far parte. 

Il personaggio meriterebbe di entrare nel mondo dell’Uomo Ragno non come uno dei tanti nemici, ma avendo più tempo a disposizione. Se sarà in No Way Home, sarà sicuramente affiancato da Green Goblin e Doctor Octopus (ma probabilmente da molti altri villain). Lo stesso problema di overbooking che aveva lo Spider-Man 3 di Sam Raimi! 

Si può ribattere che i villain che entreranno in No Way Home sono tutti presi e sviluppati non solo in altri film, ma proprio in altri universi, così come lo è Venom. Bisogna fare però un importante distinguo: se i rumor sono veri (e quindi ci saranno anche gli arrampicatori interpretati da Tobey Maguire e Andrew Garfield) i nemici saranno legati a dei precedenti rapporti con altri Uomo-Ragno. Non sono mai stati gli unici eroi (o anti eroi) dei propri film.

Eddie Brock e il suo alter ego sono invece protagonisti unici del proprio franchise. E soprattutto arrivano a incontrare il Parker di Tom Holland in un momento profondamente disallineato. Peter è ancora un ragazzo, Brock un uomo adulto. Non si incontreranno mai in ambito lavorativo, non potrà esserci questa rivalità “sotto la maschera”. Ogni parallelismo è saltato. Venom è molto più avanti nella sua storia personale (addirittura ha già incontrato Carnage senza avere incrociato Spider-Man nemmeno per un momento) e non sembra esserci alcuna compatibilità di tono in questa fase della gestione Marvel Studios. 

Unire, anche solo per un attimo, i due franchise è sicuramente un modo per attirare l’interesse del pubblico e smuovere le acque. A conti fatti però aggiungere al canone MCU questo Venom, privandosi così della possibilità di riscrivere il personaggio da capo e con un piano a lungo termine, è una sconfitta da parte dei Marvel Studios e una vittoria clamorosa della Sony.

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