Qualche settimana fa è stata presentata Sora, la tecnologia rivoluzionaria di OpenAI che permette la creazione di video iper realistici partendo da semplici comandi testuali.

Alla tecnologia hanno avuto accesso solamente un numero ristretto di persone e tra queste ci sono i membri di Shy Kids, una casa di produzione con sede a Toronto, ovvero Walter Woodman, Sidney Leeder e Patrick Cederberg.

Attraverso Sora, i tre hanno dato vita a Air Head, un cortometraggio surreale che ruota attorno a un uomo che ha un palloncino al posto della testa.

Nel corso di un’intervista con THR, gli autori del corto hanno parlato della sua realizzazione, spiegando che il processo è stato tutt’altro che automatico, e sottolineando che per arrivare al risultato finale è stato necessario un intervento “manuale” ben preciso per sistemare visivamente il prodotto dell’IA generativa.

Hanno poi parlato del ruolo delle intelligenze artificiali che giocheranno nell’industria:

Woodman: Lo vediamo come uno strumento, qualcosa di molto vicino ad [Adobe] After Effects o Premiere. È uno strumento che ti aiuta a realizzare qualcosa attraverso le tue energie e il tuo talento. Si parla tanto del potere di questo strumento e del fatto che sostituirà ogni cosa, ma così si sottovalutano le storie, i componenti delle storie e il ruolo dei narratori. Io lo trovo uno strumento fantastico, specialmente nella fase di ideazione. […] Altri diranno: “Non mi piace, non voglio usarla“. Amo Quentin Tarantino. Amo Christopher Nolan. E credo che tutto questo non avrà il minimo effetto su di loro.

Cedeberg: Per me la cosa più emozionante è l’idea di dare forma alla tua visione in maniera più veloce, per dimostrarla meglio e magari per superare gli ostacoli e le resistenze proibitive del mondo del cinema. Ci sono tanti film indipendenti oggi, ma dire che il cinema indipendente sia in una situazione positiva sarebbe ingenuo e ignorante.

Leeder: Ogni progetto richiede un insieme di ingredienti diversi. Continueremo a girare su pellicola, continueremo a realizzare le cose in maniera tradizionale. Non tutti i progetti utilizzeranno Sora, ma ci saranno progetti specifici per cui Sora sarà di incredibile aiuto. Tutto dipende. È solo un altro strumento nel nostro arsenale.

Quanto all’impatto su Hollywood, hanno spiegato:

Woodman: Posso dire che vi siamo vicino e che capiamo la paura. A nessuno piace l’idea di essere sostituito e nessuno vuole che qualcosa a cui ha lavorato sodo venga sminuito e sottovalutato. Non è nostra intenzione sostituire nessuno.

Quello che mi interessa è scoprire cosa succede quando si dà questa tecnologia alla gente in Bangladesh o a Lagos, in Nigeria. Vediamo quali sono le loro storie. Guardo i film di Nollywood e sono estremamente ispirato da quello che stanno facendo con mezzi molto miseri. […] Stiamo sottovalutando quanti altri registi potranno essere visti perché avranno la possibilità di dare vita alla loro visione.

Leeder: [L’IA] ha la capacità di democratizzare l’industria del cinema. Noi siamo una casa di produzione indipendente e lavoriamo spesso con budget limitati.

Sulla questione etica, visto che l’IA generativa fa leva su materiale protetto da copyright, hanno poi concluso:

Woodman: Si tratta di un problema che per noi è molto importante. Le persone andrebbero pagate per la loro creatività e la loro originalità. Posso dire però che sarò molto emozionato quando Sora potrà lavorare solamente sulla base delle cose che ho fatto, perciò sarà tutto molto più su misura mia. Dovreste parlare con OpenAI per chiedere da dove stanno prendendo tutti i dati di addestramento. Ma al momento siamo in fase di sperimentazione, stiamo solamente valutando se possiamo usarlo per realizzare qualcosa di originale e artisticamente valido.

Cederberg: Quando sarà accessibile a tutti la versione definitiva di Sora, staremo molto attenti al dibattito, perché crediamo che gli artisti debbano essere protetti, sostenuti e pagati.

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